Il ritratto di Vincent Bolloré, l'imprenditore francese interessato a Mediaset
L'accusa che i detrattori facevano a Vincent Bolloré è stata di fare il raider opportunista quando aveva deciso trent'anni fa di investire in Italia in Generali e Mediobanca. Dopo tre decenni, racconta Repubblica, il finanziere bretone ha smentito tutti standosene dentro il patto di sindacato a piazzetta Cuccia con l'8%, tanto quando Unicredit. La sua storia recente ha dimostrato come chiude i suoi affari: vedi il colosso francese dell'intrattenimento Vivendi, o il caso più vicino all'Italia in Telecom. La vita - Come racconta Anais Ginori, Bolloré si sveglia ogni giorno alle sei, lavora per quindici ore, non manca mai una messa la domenica, non gli piace frequentare troppi eventi mondani. I suoi modi decisi possono sembrare troppo rudi per qualcuno, tanto da costringerlo a dire ai dipendenti Vivendi lo scorso novembre: "Vorrei che capiste che non sono uno psicopatico". E poi ha parlato per un'ora in piedi, provando a spiegare che non aveva nessuna intenzione di passare come il nuovo censore dell'informazione francese. Nel mezzo ci sono le lamentele di autori di programmi e giornalisti delle sue tv, che lo accusano di ingerenze sulla linea editoriale, soprattutto quando si parla di suoi amici. Lui mantiene un profilo di massimo riserbo, parla pochissimo sui giornali e finora esiste una sola biografia autorizzata, concessa a un giornalista bretone, come lui. Negli anni '90 fece chiacchierare il divorzio dalla prima moglie, dovuto a una storiella tra Vincent e sua cognata. Poco dopo si è risposato con l'ex attrice e romanziera Anais Jeanneret. La sua eredità è già decisa: i tre figli, due maschi e una femmina, hanno già salda la presa manageriale del suo gruppo.