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Così Putin riduce in miseria l'Italia: una "vendetta" da quasi 4 miliardi

Andrea Tempestini
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L'embargo alla Russia? Ha fatto molto più male all'Italia che all'impero di Vladimir Putin. I calcoli, eloquenti, li ha fatti la Cgia di Mestre, secondo la quale il conto totale è pari a 3,6 miliardi di euro. Di tanto, infatti, è calato l'export italiano verso la federazione: è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015. Si tratta di un calo superiore a un terzo e che, nel dettaglio, ha riguardato soprattutto le regioni del Nord e del Nord Est. Per intendersi, soltanto la Lombardia ha perso 1,8 miliardi, l'Emilia Romagna 771 milioni e il Veneto 688 milioni. Cifre che giustificano la battaglia di chi, Matteo Salvini in primis, si batte contro le sanzioni alla Russia. Il danno causato dalle miopi politiche di Bruxelles si concentra soprattutto sul manifatturiero, che paga dazio per 3,5 miliardi sul totale di 3,6 miliardi. Nel dettaglio: macchinari (-648,3 milioni di euro), abbigliamento (-539,2 milioni di euro), autoveicoli (-399,1 milioni di euro), calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro). Male anche i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni). Renato Mason, segretario della Cgia, sottolinea: "Nel 2013 la Russia era l'ottavo paese per destinazione dell'export italiano, oggi è diventata tredicesima ed è stata scavalcata dalla Polonia, dalla Cina, dalla Turchia, dai Paesi Bassi e dall'Austria".

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