Lavoro: assessore veneto, no occupazione partitica nuova Agenzia nazionale (3)
(AdnKronos) - (Adnkronos) - "Per evitare ricorsi costituzionali, il decreto ha previsto un periodo transitorio di due anni (2015-2017), gestito tramite la sottoscrizione di apposite convenzioni bilaterali, con un apporto statale di due terzi delle risorse relative alle sole spese del personale. Il Governo ha però trascurato il fatto che i centri per l'impiego, oltre alle spese per il personale, comportano costi di gestione e di funzionamento che le Regioni non sono in grado di sostenere a lungo con le sole proprie forze. Come se ciò non bastasse, non sta onorando i propri impegni finanziari: ancora non è stato trasferito a livello locale nemmeno un euro per il pagamento del personale dei CPI”, spiega. Domani la Conferenza Stato-Regioni dovrà, quindi, affrontare in via prioritaria il problema delle coperture economiche. “Le Regioni non possono trovarsi da sole a fronteggiare difficoltà che si ripercuotono sui propri territori ma che dipendono da scelte gestionali confuse, se non sbagliate, prese a livello nazionale – incalza l'assessore – Ma vogliono anche difendere un modello di servizi per l'impiego che, come avviene in Veneto e in Lombardia, equipara pubblico e privato dimostrandosi efficace ed efficiente. Un modello che funziona e che deve trovare cittadinanza e garanzie anche nel direttivo della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che deve essere organo tecnico, a servizio di tutte le Regioni, e non l'ennesimo organo burocratico di occupazione partitica”.