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Iva, da oggi l'aumento al 22%Sale il prezzo della benzinaMazzata da 300 euro l'anno

Tutto più caro: dalle scarpe ai frigoriferi, dall'abbonamento in piscina al rossetto, dal detersivo per i pavimenti al biglietto per il parco di divertimenti. Più caro anche il vino e il caffè.

Lucia Esposito
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La benzina è sempre un affare, per le casse dello Stato. Ieri i prezzi erano ancora in ribasso sulla rete, ma da oggi, con lo scatto in avanti dell'Iva dal 21 al 22%, i listini riprenderanno la corsa. Che potrebbe essere fernata nei minuti di recupero visto che il Pdl sarebbe pronto a votare il rinvio per ricucire gli strappi nel Governo. Sta di fatto che sulla benzina è pronto il rincaro:  1,5 centesimi in più per la verde e 1,4  in più per il gasolio. Non si scappa: l'aumento  del carburante cagionato dal rialzo della tassa sui consumi è un vantaggio. Un paradosso, ma è cosi:  le coperture previste per il rinvio dell'Iva a gennaio (poi saltato per il duello nelle file della maggioranza e del Governo) prevedeva un aumento delle accise di 2 centesimi. Il rifornimento per auto, moto e motorini, comunque, è solo una delle voci del bilancio delle famiglie che da oggi registrerà un aumento. Quella con cui dovremo fare i conti è una vera e propria  valanga di rincari:  pagheremo quasi tutto un po' di più, dalle scarpe ai frigoriferi, dall'abbonamento in piscina al rossetto, dal detersivo per i pavimenti al biglietto per il parco di divertimenti. Più caro anche il vino e il caffè.  Allarme pmi e turismo Secondo Comitas, che associa piccole e micro imprese italiane, «l'incremento dell'aliquota al 22% non potrà essere assorbito dalla quasi totalità delle imprese, già schiacciate dalla crisi economica, e si riverserà direttamente sui prezzi al dettaglio, determinando una contrazione dei consumi fino a -3%». Allarme tra gli operatori turistici: «È l'ennesima pessima notizia»  osserva Fortunato Giovannoni (Fiavet).  Amplissimo il paniere, ma gli aumenti non saranno proprio su tutto. Nella spesa alimentare al supermercato, a esempio, non dovrebbero sentirsi grandi differenze. La maggior parte dei prodotti del carrello sono infatti tassati con le aliquote Iva più basse. In altri termini, non aumenterà il prezzo del filone del pane, della carne, del pesce, del latte, delle uova. Fermi anche i prezzi per il biglietto del cinema o per quello del teatro. L'aumento dell'Iva al 22% non impatta neanche sul gelato, sul farmaco o sul conto dell'albergo. Diversi gli impatti,  secondo il prezzo dei prodotti: se sulla t-shirt, sul quaderno di scuola o sulla saponetta l'aumento non sarà percettibile, e su un paio di scarpe da 100 euro, Iva inclusa, il rincaro sarà di poco superiore agli 80 centesimi, discorso ben diverso è sui beni più costosi: dagli elettrodomestici alle automobili, dai gioielli ai pacchetti vacanza, dal tablet alla parcella dell'avvocato.  La Confcommercio ha calcolato che, in una situazione in cui l'inflazione è sostanzialmente sotto controllo, con l'aumento dell'Iva si avrà comunque un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014.  Guerra sui prezzi  C'è chi come Esselunga e Ikea ha deciso di lasciare i listini invariati e di assorbire l'inasprimento tributario. Un modo come un altro per tendere la mano ai cittadini, ma soprattutto per evitare una ulteriore contrazione dei consumi e conseguenze disastrose sui bilanci aziendali. La Coop, invece, stima  «un aumento complessivo dello 0,4% sul totale dei beni e servizi commercializzati» e  dice che «questo aumento colpirà beni di largo consumo e peserà in modo significativo su tutte le famiglie italiane, in particolare su quelle meno abbienti e sulle classi medie». L'impatto calcolato sulle tasche delle famiglie è di 200 euro l'anno.  

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