Ambiente: il futuro verde dell'energia in un workshop di Fondazione Istud (2)
(AdnKronos) - Ecco allora, questa la tesi, che il primo obiettivo è il cambio di ritmo. Mai come oggi, il green necessita di analisi, sartorialità, per unire un patchwork dove si esercitano, spesso disordinatamente, la politica, l'economia, le classi dirigenti e le comunità di cittadini. Il male del green sono i luoghi comuni, la pittura e la scrittura di scenari fantastici e fantasmagorici dietro l'angolo. Le classi dirigenti del mondo svolgeranno un ruolo cruciale nel garantire un futuro sostenibile e affrontare una vera e propria rivoluzione energetica. Il green ha una sola strada da imboccare. Accantonare chiacchiere, demagogia dottrinale e colpi sensazionali a ripetizione e, stazionare, a regime, e velocemente, i risultati straordinari raggiunti in ogni tratto di vita quotidiana. "Dall'invenzione della fiducia all'età del coraggio. Meno chiacchiere e pedalare. Dissesti. Siccità. L'acqua come petrolio. Pericolo clima. La natura è piena di infinite ragioni. Come riconnetterci con la natura? L'economia è alla prova dell'impronta ecologica. L'ambiente promesso. Quello che forse sarà. Il green entra in noi molto prima che accada", dice Maurizio Guandalini, economista della Fondazione Istud e chairman dell'incontro. Inoltre, aggiunge Marella Caramazza, Direttore Generale di Fondazione Istud "E' importante continuare a studiare, comunicare, approfondire il tema green ai più diversi livelli: nell'industria, nell'economia, nella società. Sono i manager e le classi dirigenti che devono guidare il cambiamento in atto per contribuire a costruire migliori condizioni di vita per tutti".