Governo in trincea

Legge di stabilità, Letta: "Intervento per 3 anni". Saccomanni: "Tagli equi alla sanità"

Giulio Bucchi

Una legge di stabilità "pluriennale" da 12 miliardi con tagli alla spesa "equi" sulla sanità. Sono il premier Enrico Letta e il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni ad anticipare alcuni passaggi sulla finanziaria che verrà varata dal consiglio dei ministri martedì sera. "Abbiamo intenzione di intervenire per tre anni - ha spiegato Letta -, servono politiche di lungo periodo per dare certezze a lavoratori e imprenditori". La preoccupazione del premier, come lo era per il suo predecessore Monti, è quella dei "conti in ordine". "Ora l'Italia ce li ha e la legge di stabilità confermerà che il deficit scende e il debito scende, il nostro Paese è credibile nel chiedere politiche per la crescita in Europa e a Bruxelles". Rendite finanziarie dal 20 al 22% - La legge di stabilità discussa oggi in Consiglio dei ministri alza la tassa sulle rendite finanziarie dal 20% al 22% ed esclude i Comuni dal patto di stabilità "al fine di consentire agli enti locali nel 2014 e 2015 i pagamenti in conto capitale". Dalla norma si calcolano oneri "sull’indebitamento e sul fabbisogno di 1.000 milioni di euro per l’anno 2014 e di 1.000 milioni per l’anno 2015.  "Tagli equi alla sanità" - Sul problema dei tagli alla spesa, in particolare quella per la sanità previsti per 3,5 miliardi, "siamo in contatto con i presidenti delle Regioni e alla fine si troverà una soluzione equa per tutti quanti", ha invece spiegato dal Lussemburgo il ministro Saccomanni. I nodi però son molti: sulla service tax "stiamo lavorando" mentre la quantificazione della modifica al cuneo fiscale "rientra nei dettagli che saranno resi noti domani". Insomma, nessuna certezza ancora. Mentre le Regioni lottano per non subire tagli indiscriminati sulla sanità, Saccomanni assicura che per i Comuni "ci sarà anche un allentamento del Patto di stabilità". I Comuni, quinidi, potranno "dare più risorse agli investimenti soprattutto per progetti di natura idrogeologica, per l'edilizia scolastica e progetti che possono essere attivati rapidamente". Dall'Europa, garantisce il ministro, non ci saranno ingerenze: "La questione sarà l'invio formale della legge", entro la mezzanotte di domani, "riceveremo poi i commenti e ne terremo conto nel corso del dibattito parlamentare". Caos e proteste sui tagli - Finché la legge non sarà scritta nero su bianco dal governo, comunque, la paura degli Enti locali restano. "Infliggere l’ennesimo taglio alla sanità in questo momento significherebbe porre Asl e Ospedali di fronte alla scelta tra garantire livelli essenziali di assistenza o pagare gli stipendi ai dipendenti che già facciamo fatica ad onorare alla fine di ciascun mese", è l'avvertimento di Valerio Fabio Alberti, presidente della Fiaso. "In particolare l’ipotesi di non finanziare 2 miliardi di mancato gettito dall'aumento dei ticket motivato con i maggiori risparmi conseguiti dalle Regioni, appare sinceramente un gioco delle tre carte perché quei risparmi non sono nelle disponibilità delle Regioni e tantomeno delle Asl in quanto calcolati su una spesa presunta e non sui finanziamenti effettivamente erogati. La speranza è che le voci vengano domani smentite dai fatti in coerenza con quanto definito dallo stesso Def approvato dal governo che parla di una spesa sanitaria a legislazione vigente sotto controllo e addirittura in discesa rispetto al Pil a partire dal 2016".