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Padova: Confapi, immigrati il 31% della forza lavoro industriale

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Padova, 16 mag. (AdnKronos) - Operai, muratori, collaboratori domestici, badanti, camerieri, braccianti. Sono le professioni svolte con più frequenza dai lavoratori stranieri presenti in Veneto. Dopo l'ampio risalto riservato dai media nazionali allo studio relativo al tasso di disoccupazione nel territorio e all'apporto dei lavoratori immigrati (“Padova, il tasso di disoccupazione è tedesco. Ma cosa accadrebbe se la manodopera dell'Est Europa tornasse a casa?”), Confapi, attraverso il suo centro studi Fabbrica Padova, torna a occuparsi del tema analizzando quanto incida la manodopera straniera in determinati settori. Si parte da un numero: in base ai dati Istat più recenti, gli immigrati residenti in Veneto sono 485 mila, pari al 9,9% della popolazione. Di questi, è significativo notare che quasi un quarto proviene dalla Romania (circa 120 mila unità). Entrando nello specifico, permangono differenze rilevanti tra italiani e stranieri in diversi settori: stando all'Osservatorio Regionale sull'Immigrazione, delle 233 mila assunzioni effettuate nel 2017 fra i lavoratori immigrati, il 18% riguarda l'agricoltura (mentre soltanto il 5% delle 618 mila assunzioni che hanno interessato lavoratori di nazionalità italiana è in questo settore); il 33% è stato operato nell'industria (a fronte del 27% delle assunzioni di italiani), il 6% nelle costruzioni (4% per gli italiani). In particolare, l'incidenza di occupati stranieri nell'industria, a oggi, è del 30,9% sul totale. Ma è nel lavoro domestico e soprattutto in quello della cura alla persona tra le mura di casa che la componente straniera risulta preponderante. È un mercato, questo, a netta predominanza femminile, dove le assunzioni di stranieri rappresentano, nell'ultimo anno, il 78% dei rapporti di lavoro attivati. Nel complesso, le assistenti familiari (badanti) regolari in Veneto sono più di 31 mila, per l'80% dell'Est Europa. Ma si calcola che ce ne siano almeno altre 60 mila irregolari.

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