La mazzata

Spread, l'incubo liquidità per le banche italiane: la vendetta, cosa faranno coi tuoi soldi

Gino Coala

Le banche si preparano ad affrontare una possibile crisi di liquidazione, considerando i livelli di spread sempre troppi alti. Nel mirino, riporta La Stampa, c'è la complicata raccolta sul mercato obbligazionario. E ancora sono evidenti gli scossoni nel vedere l'ultima operazione messa in campo da Unicredit, cioè il collocamento di 3 miliardi di dollari in obbligazioni a 5 anni a un solo fondo, Pimco, con una cedola al 7,83%: cioè a condizioni sei volte più gravose rispetto a quelle spuntate a gennaio. Leggi anche: Ennio Doris: "Il governo spaventa i consumatori, Pil negativo anche nel 2019" Prima o poi, anche gli altri istituti avranno necessità di rivolgersi al mercato per finanziarsi, altrimenti devono rivolgersi ai depositi dei conti. Unicredit ha piazzato queste obbligazioni per essere in linea con le regole Tlac, in modo da avere un cuscinetto di strumenti di debito con cui gli investitori privati possano coprire parte dell'eventuale dissesto, prima che entri in campo il fondo europeo di risoluzione, è il famigerato bail-in. Altre banche avranno obblighi simili con il sistema Mrel, le cui condizioni saranno definite nelle prossime 48 ore. Di certo, come sostiene l'economista della Luiss, Marcello Messori, è finita l'epoca in cui: "le banche si finanziavano con obbligazioni a tassi inferiori a quelli dei titoli di Stato, piazzandoli anche agli investitori retaiul. Ora possono contare solo sugli istituzionali, pagheranno un maggior prezzo dobuto al rischio e alle regole. E lo spread peggiora ulteriormente". Si apre quindi lo scenario di una liquidità sempre più scarsa, perché più complicato per gli istituti di credito procurarsi denaro. E a quel punto sarà inevitabile una stretta sui prestiti fino a quelli per i privati, con i tassi che dovranno inevitabilmente crescere per coprire i costi. E tante grazie a chi come la viceministra Laura Castelli continua a sostenere che lo spread sempre più alto non lo pagano i cittadini.