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Mario Draghi, stop al quantitative easing e allarme rosso sul debito di Eurolandia

Davide Locano
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Mario Draghi è preoccupato dallo scenario macroeconomico. La Bce, infatti, conferma che i tassi di interesse rimarranno fermi fino all'estate del 2019, "e in ogni caso finché ciò sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine". Così il presidente dell'Eurotower in conferenza stampa a Francoforte. Gli esperti della banca centrale, infatti, si attendono che l'inflazione cresca al ritmo dell'1,8% quest'anno, dell'1,6% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020. Nel 2021 invece i prezzi dovrebbero salire dell'1,8%. Draghi, inoltre, suona l'allarme sul debito, insistendo sulla necessità di ricostruire "margini di bilancio", punto ancor più importante per i paesi dove "il debito pubblico è alto e per i quali la piena adesione al patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare bilanci pubblici sani", ha sottolineato Draghi. Riviste al ribasso anche le stime del Pil che crescerà dell'1,9% nel 2018 e dell'1,7% nel 2019 e nel 2020. "La ripresa economica dell'eurozona si sta indebolendo ma resta un'espansione generalizzata dell'economia dell'area dell'euro". "Sono ancora necessari stimoli significativi della politica monetaria per sostenere l'ulteriore accumulo di pressioni sui prezzi interni e l'andamento dell'inflazione nel medio termine - aggiunge Draghi -. I rischi sulle prospettive di crescita dell'area dell'euro possono ancora essere valutati come ampiamente bilanciati". "Anche se i dati sono più deboli di quanto atteso, a fronte di una domanda estera e di fattori specifici di Paesi e settori - conclude -, la domanda interna sottostante continua a sostenere l'espansione e a spingere gradualmente l'inflazione". Leggi anche: Ignazio Visco e le contraddizioni sullo spread Confermato, infine, il fatto che dal primo gennaio la Bce porterà a zero gli acquisti netti di bond pubblici. Stop dunque all'espansione di bilancio attraverso il quantitative easing, anche se l'Eurotower continuerà a reinvestire i titoli in portafoglio ancora a lungo dopo che saranno risaliti i tassi. "Intendiamo reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e dopo la data del primo aumento dei tassi - spiega Draghi , illustrando il rafforzamento della guidance sui reinvestimenti -, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".

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