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Ira M5S su Tria

AdnKronos
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Roma, 25 feb.(AdnKronos) - "Non è una questione solo di Tav. Bisogna capire che nessuno verrà mai a investire in Italia a lungo termine se il Paese mostra che il governo che è cambiato non sta ai patti, cambia contratti, cambia le leggi e le fa retroattive". Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nel corso della registrazione del programma ‘Quarta Repubblica' parla delle grandi opere in Italia e scatena l'ira dei Cinque Stelle. A far saltare i nervi ai pentastellati, che in queste ore stanno ragionando se uscire con una dichiarazione ufficiale volta a 'bacchettare' il ministro di via XX Settembre con il quale i rapporti non sono stati mai idilliaci, le dichiarazioni sulla Tav - certamente - ma anche le parole su Alitalia, dossier che sta particolarmente a cuore al vicepremier e ministro Luigi Di Maio. "Sconfessando la linea dell'esecutivo - dice all'Adnkronos una fonte di governo M5S - Tria si contraddice: è il primo a creare instabilità, altro che Tav". E anche sull'alta velocità Torino-Lione "c'è un contratto di governo - ricorda la stessa fonte - : passino le critiche degli alleati di governo, rientrano nelle dinamiche del dibattito politico, ma che parli lui e in quel modo... in che quota è Tria?". Su Alitalia, per la quale la soluzione avanzata prevede il coinvolgimento delle Fs, delle Poste, del Tesoro intorno al 15% e quindi di easyJet e Delta come soci industriali di minoranza, Tria, secondo i 5 Stelle, "propende per un'altra soluzione, quella che chiama in causa Lufthansa ed è per questo che rema contro". A intervenire è anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a Zapping su Radio Rai. "Tria ha dimenticato che c'è un contratto di governo che lo vincola" e che impone la revisione della Tav, scandisce Toninelli, aggiungendo in risposta al ministro dell'Economia che "chi ha creato instabilità per gli investitori deve guardare al passato, anche se poi l'unico cantiere sospeso e non bloccato è quello Tav". IPOTESI MANOVRA CORRETTIVA - A ‘Quarta Repubblica' Tria interviene anche sull'ipotesi manovra correttiva. Le previsioni di un aumento dell'Iva e quindi la necessità di una manovra correttiva per scongiurarlo "sono tutte follie, sono speculazioni giornalistiche perché non ne parliamo. La questione è che sarebbe sbagliato farla da un punto di vista economico" una manovra correttiva "perché metterebbe in difficoltà l'industria italiana" scandisce il ministro dell'Economia. L'ipotesi manovra correttiva "è una fissazione che non capisco. Sarebbe una manovra restrittiva, con tasse e meno spese. In Italia non è il momento di adottare una politica di questo tipo" perché siamo "tra stagnazione e recessione". "Una manovra correttiva - spiega - si farebbe se il deficit aumentasse al di là di quanto preventivato. Questa non è la situazione e le spese e il deficit sono sotto controllo".

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