Mediaset, Pier Silvio Berlusconi e il tesoro da 471 milioni: la voce pazzesca, a cosa punta
Mediaset è ufficialmente sul mercato. Quella che sta maturando non è una cessione classica. Casomai un' alleanza con tedeschi e francesi per dar vita ad un polo europeo della tv generalistra. A questo scopo il consiglio d'amministrazione del Biscione ha preso due decisioni che fanno immaginare l' improvvisa accelerazione del piano annunciato più di un anno fa di Pier Silvio Berlusconi. Il gruppo tv , infatti, introduce il voto maggiorato in statuto e non distribuisce dividendo. Una scelta che contraddice le aspettative del mercato e, soprattutto le attese degli analisti che attendevano una cedola compresa fra undici e dodici centesimi. Invece non verrà distribuito nulla. Almeno per il momento. La liquidità sarà tenuta in cassaforte con l' evidente scopo di aumentare il valore dell' azienda. Si tratterà di vedere la reazione della Borsa. Già ieri, forse immaginando qualcosa il titolo era sceso dello 0,36% a 2,87 euro. Leggi anche: Pier Silvio, in un secondo la pioggia di milioni di euro DECISIONE A LUGLIO «Con l' obiettivo di rendere ancora più solida la struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo, nonché avere le risorse adeguate per cogliere le opportunità di mercato in ambito internazionale», si legge nel comunicato di Cologno Monzese, «il consiglio proporrà all'assemblea di riportare l' utile della capogruppo (111,8 milioni) a nuovo». In ogni caso la decisione non è definitiva. Nella riunione del 25 luglio che approverà la semestrale gli amministratori faranno il punto delle tattative. «Nel caso, sottoporranno a una nuova assemblea la proposta di distribuzione di dividendi dalle riserve disponibili». Ma non è finita qui. Per blindare la maggioranza il consiglio ha deciso di cambiare lo statuto introducendo il voto maggiorato. Lo scopo è quello di aumentare il peso della Fininvest. La delibera, però non è piaciuta a tutti. Non a caso la nota di Mediaset avverte che l' approvazione è avvenuta a maggioranza. Il cambio della governance, infatti, lascia immaginare il desiderio della famiglia Berlusconi, nel frattempo salita al 44,17%, di definire in tempi rapidi la fusione con la francese Tf1, controllata dal colosso Bouygues, ed, eventualmente con la tedesca ProsiebenSat.1. UTILE STRAORDINARIO Senza tralasciare altre opzioni che comunque potrebbero trovare un ostacolo nell' azionista Vivendi (28,8%, con il 20% congelato in un trust). A questo proposito c' è da segnalare che proprio il gruppo francese ha chiesto al Tribunale di rinviare l' udienza per la lite che l' oppone a Mediaset per il mancato acquisto di Premuim. Dal punto di vista gestionale, il 2018 è stato caratterizzato da una plusvalenza straordinaria legata all' opa su Ei Towers lanciata dal fondo F2i e dalla stessa Mediaset I ricavi sono risultati in calo da 3,55 a 3,4 miliardi . Il margine operativo è stato positivo per 73,7 milioni, in netto calo rispetto al 2017 (226,4 milioni). Il taglio è frutto delle perdite in Italia (-182,9 milioni). L' operazione Ei Towers ha fatto salire l' utile nettoda 90,5 a 471,3 milioni. In assenza sarebbe stato di 97,3 milioni. Inoltre, la consegna dell' azioni al veicolo che ha promosso l' offerta obbligatoria sulla società di gestione delle torri ha permesso a Mediaset di tagliare drasticamente l' indebitamento, sceso da 1,392 miliardi a 736,4 milioni. di Nino Sunseri