Tecnologia blockchain per prodotti Made in Italy all'estero
Roma, 13 mar. (AdnKronos) - Le diverse possibili funzionalità di applicazione della tecnologia blockchain e il suo potenziale di tutela e di promozione per i prodotti Made in Italy all'estero. Sono i temi del convegno 'BlockChain: garanzie per il consumatore e il made in Italy' che si è svolto a Roma, alla Luiss Business School. Tra gli interventi, quello di Annaluce Licheri, presidente dell'associazione di tutela della proprietà intellettuale e made in ialy 'Italia in testa', cje ha evidenziato come "blockchain, notarizzazione, smart contracts, siano il percorso contrastare la contraffazione, nei diversi settori della moda e agroalimentare, offrendo al consumatore garanzie di tracciabilità e trasparenza in tutta la filiera produttiva, con un probabile impatto sui consumi. Come tale, può essere un valido strumento di promozione del Made in Italy e di contrasto al dilagante fenomeno dell'Italian Sounding e del mercato del falso". Per Giuseppe Perrone, responsabile del Centro di Eccellenza Italia- Spagna - Portogallo sulla Blockchain di EY, l'applicazione della tecnologia "consente di ridurre i tempi per i processi produttivi", mentre Mauro Ferraresi dello Iulm ha evidenziato i dati di una ricerca dalla quale emerge come "i consumatori millenials sarebbero disposti a spendere di più, se avessero piena chiarezza e conoscenza di tutta la filiera produttiva".All'evento è intervenuto, inoltre, Francesco Boccia del Partito Democratico, il quale ha evidenziato che "a fronte di quella che può essere una rivoluzione per la società al pari di internet, si stia facendo degli utilizzi impropri della tecnologia blockchain, che non apporta un reale valore. E' una tecnologia su cui il governo dovrebbe investire ulteriormente e che va implementata, perché possa avere funzione di tutela del Made in Italy". Mentre per il senatore Ettore Licheri (Movimento 5 Stelle) sono importanti "le funzionalità di garanzie del consumatore, offerte dalla blockchain, e come si renda opportuno regolamentare la sua introduzione, soprattutto per proteggere i big data".