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Emmanuel Macron potrà decidere il successore di Mario Draghi alla Banca centrale europea

Caterina Spinelli
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Tutto è nelle mani di Emmanuel Macron. Sarà infatti il presidente francese - spiega Il Fatto Quotidiano - a decidere chi prenderà il posto di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. Nonostante la sconfitta alle elezioni europee, la Francia non ha alternative a Macron e così i liberali dell'Ue saranno il perno della nuova maggioranza del Parlamento europeo in cui Popolari e Socialisti non possono più spartirsi le cariche da soli. Per ogni poltrona che conta, insomma, bisogna chiedere a Macron. Così, in base a come si chiuderà la partita su Commissione e Consiglio, Macron sceglierà tra le varie opzioni per la Bce. Primo obiettivo fra tutti - continua Il Fatto - è arrestare la corsa del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Pensiero condiviso anche dall'Italia che ha tutta l'intenzione di allontanare il banchiere tedesco da sempre contrario alle misure straordinarie proposte da Draghi. L'uomo che ha salvato l'euro e che ha dato fiato a un Paese ad alto debito come la Francia. Leggi anche: Draghi ammonisce l'italia: riduzione del debito deve essere credibile L'Eliseo vanta diversi sostituti papabili: c'è il presidente della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau che, però, nei mesi scorsi per accreditarsi si è avvicinato alle posizioni di Weidmann. Ci sarebbe il membro francese del board permanente della Bce, Benoit Couré, la cui promozione alla presidenza violerebbe il limite degli otto anni di mandato e quindi è poco probabile che Macron tenti forzature. Ed infine il nome più forte, quello di Christine Lagarde. Apprezzata dai mercati, la direttrice del Fondo monetario internazionale ha gestito mille crisi, inclusa quella dell'eurozona a fianco di Draghi. A meno che non ottenga la guida della Comissione e il Consiglio, la Lagarde finirà quasi sicuramente alla presidenza della Bce. Mentre Draghi, che non commenta la scelta del successore, potrebbe fronteggiare per Erkki Liikanen, il governatore della Banca centrale della Finlandia, che negli anni della crisi dell'euro è stato l'alleato più prezioso di Draghi.

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