allarme fincantieri

Disoccupazione, una persona su due non accetterebbe lavori dalla "scarsa reputazione". Il sondaggio Noto

Caterina Spinelli

Alcune occupazioni godono di una scarsa reputazione. Sarebbe questo il motivo per cui molti disoccupati rifiutano alcuni impieghi. Ancor più preoccupante è il fatto che spesso si preferisce emigrare piuttosto che prendere in considerazione lavori in Italia con scarso appeal. A riferirlo un'indagine condotta su un campione di italiani in cerca di occupazione dall'Istituto Noto Sondaggi dopo l'allarme lanciato dall'amministratore delegato del gruppo Fincantieri, Giuseppe Bono. Dai dati - riferisce Il Giorno - emerge che, sebbene la rinuncia non riguardi la totalità delle persone in cerca di occupazione alle quali si offre un lavoro, è innegabile che effettivamente circa la metà dei disoccupati non assumerebbe l'incarico riguardante una delle tipologie di lavoro offerte da Fincantieri, e non per un problema salariale. Leggi anche: Disoccupazione ai minimi: maggio da record Il 21% di chi oggi non ha un lavoro ritiene che una paga ritenuta idonea sia compresa tra i mille e millecinquecento euro, e per un ulteriore 37% tra i millecinquecento e duemila euro. Inoltre il 75% dei disoccupati è alla ricerca di un'occupazione che prevede un contratto a tempo indeterminato, solo il 18%, invece, opterebbe per un lavoro occasionale. Tenendo quindi presente che nel caso di Fincantieri la proposta economica era di milleseicento euro con un contratto a tempo indeterminato, bisogna ritenere che non sono né il valore dello stipendio mensile, né la tipologia del contratto le ragioni prioritarie che generano il rifiuto. Infatti il 53% rinuncerebbe ad un lavoro come saldatore, il 49% come attrezzista navale, il 48% come carpentiere e così via. All'incirca, dunque, un disoccupato su due non accetterebbe questo tipo di occupazione, pur guadagnando 1.600 euro con un contratto a tempo indeterminato. Altro dato preoccupante è che il fenomeno si estende su tutto il territorio italiano, senza alcuna differenza.