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Fisco, punite le partite Iva con reddito sotto i 65.000 euro: "governo ladro", cosa prosciugano

Caterina Spinelli
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Flat tax addio. Del progetto leghista non resta praticamente più nulla. Il fisco del governo giallo-rosso farà piazza pulita dell' unico tentativo davvero riuscito di taglio delle tasse. Innanzitutto scompare l' aliquota unica al 15% che doveva scattare per le partite Iva con reddito compreso tra 65.001 e 100.000 euro. Ma anche chi sta sotto 65.000 dirà addio al forfait. Il giro di vite riguarda due milioni di contribuenti che quest' anno hanno potuto beneficiare del regime semplificato. Una platea estesa e questo lascia immaginare che, in Parlamento potranno esserci dei correttivi. Conte e i grillini l' anno scorso hanno approvato il forfait. Ora l' esatto contrario. Una capriola ad alto rischio di consenso. Tra i correttivi c' è, infatti, l' introduzione del regime analitico. Vale a dire l' obbligo di determinare il reddito cui applicare il 15% tenendo conto di costi e ricavi. L' esatto contrario di quanto accade oggi. Con il forfait imprese e professionisti non devono tenere registri e conti, né conservare le fatture per gli acquisti di beni e servizi. Non solo. Viene introdotto anche per le partite Iva nel forfettario l' obbligo del conto corrente dedicato all' attività imprenditoriale o professionale. In sostanza, un conto su cui far transitare esclusivamente versamenti e prelievi dell' azienda o dello studio. Ma non finisce qui. Potrebbero esserci incentivi per l' utilizzo della fattura elettronica e si parla del tetto di 30 mila euro per i dipendenti. Chi lo supera deve rinunciare al forfait. Una doccia fredda che rischia però di costare molto caro ai grillini che l' anno scorso avevano fatto muro contro tutti gli emendamenti proposti dalla sinistra. Ora hanno cambiato idea e si preparano a votarli. di Nino Sunseri

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