Previdenza

Pensioni, caos su Quota 100. Perché si rischiano nuovi esodati

Cristina Agostini

La fase "sperimentale" di quota 100 si conclude il 31 dicembre 2020 ma il dibattito su come evitare un nuovo "scalone" è aperto. Il problema è la sempre vigente legge Fornero. Con quota 100 ci si può ritirare dal lavoro a partire dai 62 anni con 38 anni di anzianità contributiva, sottolinea il Giornale, mentre le norme del governo Monti prevedono il pensionamento di vecchiaia con 67 anni e quello di anzianità con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne). Insomma, evitare nuovi casi di esodati è imprescindibile, tanto che Matteo Renzi (da sempre contrario a quota 100) è stato subito fermato. Peccato che le strategie di M5s e Pd divergano. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ha ipotizzato la possibilità di sviluppare una flessibilità in uscita à la carte, cioè fissata per sempre in base alla gravosità dell'occupazione (e non inferiore ai 60 anni) e sempre prevedendo un ricalcolo contributivo dell'intero monte pensionistico. I costi legati ai maggiori flussi di pensionamento dovrebbero essere in parte supportati dai risparmi sulla stessa quota 100 che nel triennio 2019-2021 dovrebbe costare circa 4,5 miliardi in meno rispetto a quanto preventivato. Ma la confusione regna sovrana.