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Cento sportelli in 4 regioni del SudLa retemicrocredito per fare sistema

L'Ente per il microcredito lancia gli sportelli per autoimpiego e microimpresa nelle amministrazioni del Mezzogiorno. La retemicrocredito voluta dal Ministero del Lavoro punta all'occupazione dei non bancabili

Nicoletta Orlandi Posti
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Partono i 100 sportelli informativi di orientamento e accompagnamento per il microcredito promossi dall'ENM attraverso il Progetto sperimentale “Microcredito e Servizi per il Lavoro”. Gli Sportelli saranno attivati in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, le quattro regioni Convergenza in cui il  progetto  dispiega le sue forze. È il primo esperimento di rete pubblico-privata che coinvolge Centri per l'impiego, i Comuni, le Camere di Commercio e gli erogatori di microcredito per fornire informazioni a 360 gradi e una prima assistenza tecnica su microcredito e servizi di accompagnamento all'autoimprenditorialità. Gli sportelli operano attraverso www.retemicrocredito.it, la piattaforma informatica che consente l'interazione di tutti i soggetti attivi sul microcredito. Si tratta di uno strumento unico nel Paese in linea con le più recenti indicazioni comunitarie in materia di innovazione dei servizi.   Finanziati dal Fse, quindi a costo zero per la pubblica amministrazione, gli Sportelli operano grazie a personale già interno agli Enti, appositamente formato dal Progetto per attività di informazione e orientamento al microcredito. I 200 nuovi operatori specializzati saranno parte di un processo di innovazione e qualificazione della PA del mezzogiorno, fondato sul lavoro di rete per la creazione di nuovi percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Per la prima volta sarà possibile misurare su dati reali la consistenza della domanda di microcredito, presupposto fondante di solide politiche di settore. “Grazie all'azione congiunta del Ministero del Lavoro, dell'Ente e delle Amministrazioni locali”- spiega il presidente dell'Ente Nazionale per il  Microcredito Mario Baccini- "la mano pubblica rinnova il proprio impegno per i più deboli, quella fascia di utenza non bancabile ma potenzialmente produttiva, che non può e non deve essere lasciata indietro per un sano sviluppo del Paese”.

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