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Governo: Ibl, intervento Troika ridurrebbe costi politici riforme (2)

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(Adnkronos) - L'intervento di Bce, Fmi e Ue in Italia non è una mera ipotesi di scuola: un manager dagli ottimi contatti internazionali come Enrico Cucchiani, all'epoca Ceo di Intesa SanPaolo, aveva detto nel settembre scorso, pur non auspicandolo, che, ove non si fosse riusciti a formare un governo in grado di affrontare i problemi del Paese, sarebbe stato "interesse di tutti" che la Troika provvedesse allo scopo. Da un punto di vista politico, osserva Bragazza, "l'appalto delle riforme a un ente sovranazionale non è una soluzione ottimale: una classe dirigente consapevole del suo ruolo e in grado di esercitarlo dovrebbe prendere tutte le misure necessarie, ancorché dolorose, per assicurare al Paese un sentiero più stabile di crescita, senza affidarsi a esterni". Inoltre, prosegue Bragazza, "la corretta esecuzione delle riforme richiede conoscenze e competenze che possono essere acquisite solo attraverso la consuetudine a trattare e collaborare con le istituzioni nazionali e coi centri di potere formali e reali e che, pertanto, nessun emissario internazionale può sviluppare rapidamente". Tuttavia, nell'eventualità in cui l'Italia "dovesse nuovamente affrontare una fase di turbolenza sui mercati del debito sovrano e rischiasse di perdere l'accesso ai capitali, non è escluso che le autorità italiane richiedano un aiuto agli organismi europei e internazionali preposti". E, "date le dimensioni dell'economia italiana e del suo bilancio pubblico - aggiunge Bragazza - è difficile immaginare un intervento solitario del Fmi, come in Argentina, ma è ben più probabile che le modalità di intervento siano analoghe a quelle seguite per fronteggiare la crisi greca. Tuttavia la principale differenza sarebbe, verosimilmente, l'entrata in funzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), che non è mai stato attivato nella crisi del debito greco". (segue)

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