In Europa finito il crollo del Pil
Bce: risanare i conti pubblici
Continuano i segnali postivi dall'economia. La Banca centrale europea ha affermato che nel terzo trimestre 2009 ilprodotto interno lordo di Eurolandia dovrebbe vedere una "ulteriorestabilizzazione" dopo il calo di appena lo 0,1% del secondo. Nel suoBollettino statistico di settembre la Bce ribadisce che dovrebbe essereterminata la "significativa contrazione dell'attività", e si attendeora "un periodo di stabilizzazione e ripresa molto graduale". “Urgente risanare i conti pubblici” -Il rapporto debito/Pil in aumento e le garanzie statali alle azienderappresentano una "grave minaccia" per la sostenibilità dei contipubblici di Eurolandia. Lo scrive la Banca centrale europea dichiarando la"urgente necessità" di misure di risanamento. L'aggiustamentostrutturale dei conti, con la ripresa, "dovrebbe raggiungere almeno l'1%del Pil" secondo l'Eurotower. Secondo la Bce, che richiama le previsioni della Commissione europea, tutti ipaesi dell'area euro ad eccezione di Cipro, Lussemburgo e Finlandia"registreranno disavanzi pubblici superiori al valore di riferimento del3% del Pil nel 2009". Inoltre "tutti rischiano di scostarsi da talevalore nel 2010". Vi è dunque "urgente necessità" che nei pianidi bilancio per il 2010 i governi "predispongano e rendano note strategieambiziose e realistiche di uscita dalle misure connesse con la crisi".Nella sua analisi trimestrale sull'andamento delle finanze pubbliche dei paesidi Eurolandia, la Bce scrive che il risanamento dei conti pubblici dovràiniziare "al più tardi con la ripresa economica", che "glisforzi andrebbero intensificati nel 2011" e che questi "dovrannoessere significativamente superiori al valore minimo di riferimento dello 0,5%del Pil l'anno fissato dal Patto di Stabilità e di crescita". Inparticolare, nei paesi con elevati livelli di disavanzo-Pil o di debitopubblico-Pil, l'aggiustamento strutturale annuo "dovrebbe raggiungerealmeno l'1% del Pil". Per l'Italia la Bce cita le previsioni di mediotermine pubblicate a luglio dal governo, secondo cui il deficit-Pil da unlivello leggermente inferiore al 3% del 2008 dovrebbe salire al 5,3 per centonel 2009 e al 5 per cento nel 2010, per poi calare al 2,4 per cento entro il2013, e richiama la stima governativa secondo cui il decreto anti-crisi nonavrà effetti sul fabbisogno finanziario netto, perché "le misure distimolo destinate ad aumentare il disavanzo saranno totalmente compensate davariazioni in altre voci di bilancio".