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La denuncia della Cgia Mestre: nel 2014 pressione fiscale giù dello 0,1%, ma nuove tasse per 6 miliardi di euro

di Roberto Procaccini domenica 8 dicembre 2013

2' di lettura

La pressione fiscale diminuisce (dello 0,1 per cento), ma il gettito fiscale aumenta di circa 6,1 miliardi di euro. E' il gioco delle tre carte del governo delle Larghe Intese, che per il 2014 nominalmente diminuisce le tasse, ma di fatto aumenta gli introiti a favore dell'Erario. Lo denuncia la Cgia di Mestre: "Se in un primo momento tutto ciò può sembrare un paradosso - scrive l'associazione di piccoli imprenditori e artigiani -, in realtà, visti i dati presentati il 29 ottobre scorso dal ministro Saccomanni nell’audizione tenutasi presso le Commissioni riunite di Camera e Senato, le cose andranno proprio in questo modo a meno che il Parlamento non le modifichi in sede di approvazione del disegno di legge sulla Stabilità". L'analisi - Stando alle valutazioni della Cgia, la pressione fiscale nel 2014 si attesterà al 44,2 per cento, cioè 0,1 punti in meno rispetto al 2013. Rispetto al 2013, però, "gli italiani saranno chiamati a pagare 17 miliardi di tasse in più -  sottolinea l’associazione di Mestre -: 11 li possiamo ritenere indolori, perchè derivano dall’aumento del reddito nazionale (più si produce ricchezza, maggiori solo le entrate), mentre gli altri 6 miliardi - è l'accusa - sono originati da precise disposizioni normative e rischiano di mettere in seria difficoltà soprattutto le famiglie". Da dove saltano fuori questi 6 miliardi in più?  La lista è lunga. Secondo la Cgia vengono per la metà dall’aumento dell’Iva al 22 per cento (+3,17 miliardi di euro). Poi dalla diminuzione della deduzione forfetaria dal 15 a 5 per cento in capo ai locatori (627 milioni di euro), dall’incremento del gettito Iva dovuto allo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione (600 milioni di euro) e dal ritocco all’insù delle accise sui carburanti, sul vino, sulla birra ed altri beni (284 milioni). Ma non solo: altri "spiccioli" per le case dello Stato arrivaono dall’incremento dell’Iva sugli alimenti e le bevande in vendita presso i distributori automatici (104 milioni di euro). Infine, proventi vengono da altri 1,108 miliardi di euro di maggiori entrate nette introdotte dal disegno di legge sulla Stabilità varato dal Consiglio dei ministri.

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