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Scudo fiscale da 300 miliardi

Il governo pone la fiducia

emanuele satolli
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Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul decreto legge correttivo al pacchetto di misure anti-crisi e che contiene le norme sullo scudo fiscale. Lo ha annunciato nell'Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. La decisione di porre la fiducia è scaturita da ragioni di carattere istituzionale, il ministro Vito ha precisato che "il governo intende convertire questo provvedimento nei tempi previsti", vale a dire il 3 ottobre. "L'apposizione della questione di fiducia - ha proseguito il ministro - è stata autorizzata dall'ultimo Consiglio dei ministri, quello che ha varato la Finanziaria". La fiducia sarà votata mercoledì alle 19,35 (le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 18,15). Dunque lo scudo fiscale, insieme ad un pacchetto di misure correttive all'ultimo decreto legge anticrisi del governo, sta per diventare legge. Proteste da parte dell'opposizione, per il Pd la sanatoria per il rientro dei capitali all'estero "premia i furbi", mentre l'Idv chiede a Napolitano di non firmare il decreto legge. E la consistenza dei patrimoni degli italiani detenuti all'estero "che potrebbero essere rimpatriati aderendo allo scudo fiscale è di quasi 300 miliardi di euro". Lo rilevano, citando dati Ocse, la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate in un convegno sui paradisi fiscali. Dei 300 miliardi di euro di tesori italiani oltre confine, 125 miliardi si troverebbero in Svizzera e 86 in Lussemburgo. Befera: paradisi perduti - "Il destino dei paradisi fiscali è, a mio avviso, oramai segnato". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intervenendo al convegno della Guardia di Finanza 'Il destino dei paradisi fiscali'. "Come messo in luce dai leader del G20 di Londra - ha proseguito Befera - e dal recente incontro dell'Ocse a Città del Messico, il segreto bancario, ai fini fiscali, è finito, e una maggiore cooperazione internazionale in tema di trasparenza e scambio di informazioni è testimoniata sia dal fatto che sono sempre di più i Paesi che si allineano agli standard dell'Ocse sia che sono in crescita gli Stati che firmano accordi e convenzioni". Tremonti: scudo fiscale non per la criminalità - Secondo il ministro dell'Economnia Giulio Tremonti la criminalità organizzata non utilizzerà lo scudo fiscale per il riciclaggio di capitali ottenuti con l'attività criminosa. "Non credo che la criminalità si servirà di questo strumento, perché o sono già in Italia sbiancati o resteranno all'estero", ha detto Tremonti nel corso del suo intervento alla manifestazione delle fiamme gialle. "Pensiamo che la casistica maggiore possa essere quella dei patrimoni di pertinenza delle imprese e non di rimpatri di patrimoni familiari. Credo che la motivazione maggiore sia quella di continuare l'attività d'impresa, di non chiudere in un momento in cui la bancabilità per l'impresa è più difficile", ha detto Tremonti. Il ministro ha anche ridimensionato le cifre fornite questa mattina dalla Agenzia delle entrate secondo la quale lo scudo potrebbe interessare 300 miliardi di euro illegalmente esportati dall'Italia: "Quei numeri contengono un caveat, perché comprendono anche i capitali oggetto di attività criminosa e non rimpatrieranno mai", ha detto Tremonti.

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