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Nonni finti capitani d'industria

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per evadere un miliardo

Michelangelo Bonessa
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Undici arresti e trentasette denunce della Guardia diFinanza a Padova che ha scoperto evasione per 1 miliardo di euro. È questo ilbilancio delle Fiamme Gialle del Veneto nei confronti di professionistidell'evasione che, attraverso un 'carosello' di società fasulle italiane estraniere gestite da 'nonnetti' improvvisati capitani di industria, hannosottratto allo Stato un vero e proprio tesoro. 48denunciati - Quarantotto sono in tutto i denunciati daimilitari di Padova e Venezia nel corso di indagini coordinate dall'Autoritàgiudiziaria di Padova che ha fatto eseguire 11 ordinanze di custodia cautelare.“L'associazione a delinquere - spiega la Gdf - era costituita da imprenditoriveneti e lombardi, da 'faccendieri' napoletani e da cittadini stranieri”, unavera e propria holding di 'carta' del crimine transnazionale che ha portato gli007 delle Fiamme Gialle ad indagare in tutta Europa, dalla Germania allaGrecia, dall'Inghilterra all'Austria. “Attraverso una serie infinita di societàgestite solo apparentemente da anziani, extracomunitari e nullatenenti, questiprofessionisti e menti raffinate della frode fiscale hanno occultato redditi,dichiarato costi inesistenti ed incassato l'Iva, complessivamente, per oltre unmiliardo di euro” riferisce ancora la Guardia di Finanza che ha scoperto lacreazione di “veri e propri 'castelli' di società con sede operativa in stanzedeserte dotate solo di un fax, di una scrivania e di una sedia per un'unicaimpiegata, solitamente estranea alla frode, che si trovava a gestirel'emissione di fatture dagli importi incredibili che arrivavano addirittura a 4milioni di euro l'una”. “Cartaccia”, la definisce la Gdf, che avrebbe dovutogiustificare trasporti effettuati da camion 'fantasma' carichi di telefonicellulari che partivano da Padova, giravano mezza Europa con merce inesistente,per poi comparire, dopo al massimo due giorni, nuovamente a Padova. Il guadagnoconsisteva nell'evasione dell'Iva e nella sottrazione di importanti fette dimercato con l'offerta dello stesso prodotto ad un prezzo altamenteconcorrenziale. La metodologia fraudolenta utilizzata si basava sullacostituzione “galassie” di imprese fantasma, le cosiddette 'cartiere' che, dopobrevi periodi di attività, un paio d'anni al massimo, venivano messe inliquidazione o trasferite all'estero e lasciate quindi 'morire' senza assolveread alcun debito con il Fisco. Nell'associazione a delinquere smantellata dalleFiamme Gialle vi sono anche pregiudicati napoletani, alcuni dei quali già notialla giustizia per reati di pirateria audiovisiva e bagarinaggio. Tra gliarticoli commercializzati, oltre ai telefoni cellulari, c'erano anche cd romvergini destinati al mercato campano: da qui il sospetto degli inquirenti chetali prodotti finissero nel lucroso mercato clandestino della pirateriaaudiovisiva. Nel corso dell'intera operazione, spiega ancora la Gdf, oltre alleintercettazioni telefoniche, agli accertamenti bancari e alle perquisizioni,sono state svolte indagini in tutta Europa con la collaborazione delle poliziee delle amministrazioni finanziarie di Austria, Germania, Gran Bretagna,Spagna, Grecia ed Ungheria.

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