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Cooperazione, Confcooperative Lombardia conferma alla presidenza Massimo Minelli

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 Massimo Minelli è stato confermato presidente di Confcooperative Lombardia. L’organizzazione riunisce 2.436 imprese cooperative (con più di 540 mila soci e 99 mila occupati) per un fatturato 8,6 miliardi di euro. Minelli, già presidente della Cooperativa sociale Intrecci e del Consorzio Farsi Prossimo (realtà in cui convergono le cooperative sociali legate alla Caritas ambrosiana) proseguirà il suo mandato fino al 2024. L’elezione è avvenuta a Milano, durante l’Assemblea regionale svoltasi, causa Covid, in via telematica. Presenti l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli, il vicepresidente di Confcooperative Lombardia Marco Menni, il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, i presidenti di Legacoop e AGCI Lombardia Attilio Dadda e Cinzia Sirtoli. 

 

“Voglio innanzitutto esprimere tutta la mia gratitudine alle cooperatrici e ai cooperatori per il sacrificio di questi mesi. La Lombardia ha di fronte a sé un carico e una complessità di sfide senza precedenti, riteniamo serva ora più che mai un’azione forte della politica regionale ed anche nazionale e la coesione massima dei sistemi territoriali e associativi”, ha detto Minelli. La Lombardia rimane la seconda regione italiana per presenza cooperativa con 10.647 cooperative iscritte al registro delle imprese, il 13,5% a livello nazionale. La demografia delle imprese lombarde nel periodo 24 febbraio-6 luglio 2020 ha registrato un bilancio negativo di 8.527 imprese o unità locali in Lombardia (18.997 cancellazioni e 10.470 iscrizioni). I dipendenti afferenti alle imprese cancellate sono 34.681. Nella maggior parte dei casi sono imprese di piccola dimensione, e solo nel 19,7% dei casi con età inferiore ai 3 anni. Dall’ultima indagine congiunturale condotta nel mese di Giugno 2020 emerge che nei primi sei mesi del 2020 la maggioranza assoluta dei cooperatori lombardi, il 61%, ha segnalato una brusca diminuzione della domanda rispetto all’ultimo quadrimestre del 2019. Il 30% ha indicato come sostanzialmente invariato il livello della domanda. Solo il 9% ha registrato, invece, un aumento della stessa (in particolare, in alcuni ambiti della cooperazione di consumo, di quella agroalimentare, di quella sanitaria e nei servizi legati alla pulizia e sanificazione).

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