La vera partita

Joe Biden darà il gas all'Europa: "Poco e molto costoso". Guerra, sporca storia di soldi?

Michele Zaccardi

Dopo l'incontro di ieri a Bruxelles con il presidente Usa, Joe Biden, l'Unione europea ha fatto un primo passo per sganciarsi dalla dipendenza dal metano russo. L'accordo raggiunto con gli Stati Uniti infatti prevede una fornitura di 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl) per quest'anno, con l'obiettivo di arrivare a 50 miliardi all'anno fino al 2030. La mossa si inserisce nel quadro del piano Ue, RePowerEu, che, per liberarsi dalla soggezione energetica russa, prevede entro il 2022 la riduzione dei due terzi degli acquisti di metano da Mosca. Un'impresa difficile, sulla quale le cancellazioni europee hanno lavorato nelle ultime, in seguito all'invasione dell'Ucraina. Se guardato nel complesso, però, l'accordo sembra fare ben poco per liberare l'Europa dal cappio russo. Solo l'Italia consuma ogni anno 70 miliardi di metri cubi di gas dei quali il 45% proviene da Mosca. E a gennaio oltre il 50% di gas liquefatto importato in Europa era di provenienza Usa. 

 

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Nonostante le rassicurazioni dei produttori americani, sembra difficile che, con gli impianti che già lavorano a pieno regime, sembrano aumentare in poco tempo le mobili aie. Va aggiunto, poi, che il gas Usa è lo shale gas, un metano che viene ricavato tramite fratturazione idraulica di terreni argillosi. La tecnica di estrazione, che fa uso di acqua condita con sostanze chimiche, è molto inquinante, dal momento che gran parte dei liquidi rimane nel sottosuolo. Inoltre, c'è il problema dei rigassificatori. Il Gnl, infatti, trasportato via nave, deve poi essere riportato allo stato gassoso attraverso impianti appositi di cui l' Italia è carente. Al momento sono attivi infatti solo tre rigassificatori (Panigaglia, Rovigo e Livorno) contro i sette della Spagna. Ma il patto con gli Usa non si limita a garantire maggiori forniture. Un problema che viene affrontato è anche quello dei prezzi del metano

 


 

IL NODO DEI COSTI - Il Gas naturale liquido, infatti, è più caro del metano russo perché richiede un processo estrattivo più complicato. Per evitare che il maggior costo si scarichi sui consumatori, nell'accordo sono state inserite delle clausole per rimanere lontano «i prezzi accessibili», anche se questi non saranno calmierati, secondo quanto riportato da un alto funzionario della Commissione. Insomma, il gas deve essere scambiato sul mercato, ma con alcuni vincoli per limitarne le oscillazioni. Il prezzo, infatti, dovrà tenere conto di «contratti a lungo termine, della garanzia di una domanda stabile», e sarà ancorato alle quotazioni del metano Usa i cui valori sono inferiori a quelli europei. 
Nel frattempo, al termine del Consiglio europeo, il premier Mario Draghi ha annunciato un piano di diversificazione energetica entro due settimane. Tra le misure c'è anche la disposizione dei dati dal ministro della transizione ecologica, Cingolani, a Snam di acquistare due navi rigassificatrici. Durante l'incontro con i leader Ue, Draghi ha chiesto d'inserire nel documento finale del consenso anche la previsione di un tetto al prezzo del metano, scontrandosi con l'opposizione di Germania e Olanda. Il premier ha dichiarato che su questo punto la Commissione «esplorerà tutte le opzioni».