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Elon Musk, le mani anche su Twitter: la Luna, Marte e la Rete, la scalata di Mister Tesla

Attilio Barbieri

Elon Musk fa rotta su Twitter. Il miliardario sudafricano naturalizzato americano non si accontenta dei successi ottenuti con la Tesla, divenuta finalmente profittevole. E neppure di quelli che si appresta a conseguire con SpaceX, il colosso aerospaziale costituito nel 2002 con l'obiettivo di riportare l'uomo sulla Luna e colonizzare Marte. Musk ha deciso di allargare ancora il suo impero che già oggi vale oltre 265 miliardi di dollari. Ieri ha annunciato l'intenzione di arrivare al 100% di Twitter, lanciando un'Opa totalitaria sul capitale eccedente il 9% che ha in portafoglio. Valore dell'operazione: quasi 43 miliardi di dollari. Sul piatto 54,20 bigliettoni per azione. «L'offerta migliore e finale», ha scritto in un messaggio indirizzato al presidente di Twitter Bret Taylor. «Se non viene accettata», ha aggiunto, «dovrei riconsiderare la mia posizione di azionista».
Insomma, dentro o fuori. Con il probabile calo del titolo nel momento in cui finisse sul mercato, di colpo, il suo 9%. Ma poi ci ha ripensato. Nel caso in cui il cda di Twitter dovesse rifiutare la sua offerta, Musk ha puntualizzato in serata di avere nel cassetto «un piano B».
Il titolo dell'uccellino azzurro che venerdì aveva chiuso a Wall Street a 46,86 dollari, ha fatto ieri un balzo del 10% sulla notizia della possibile Opa, salendo fino a quota 48,36, per imboccare poi un sentiero discendente che lo ha portato sotto il prezzo di riferimento di venerdì.


CAUSA COLLETTIVA - Rispetto alla chiusura precedente l'annuncio di Musk, l'offerta incorpora un premio del 19,49%, che tuttavia - almeno per ora - non scaldai cuori degli azionisti. Ma la mossa a sorpresa, arriva dopo due settimane di rapporti tesi fra il patron della Tesla e il management del social media famoso per i post brevi. Quindici giorni di annunci, smentite e una causa collettiva promossa da un folto gruppo di azionisti per come ha rastrellato in Borsa le azioni di Twitter arrivando a detenere il 9,2% del capitale. Soprattutto per non averlo comunicato, provocando un balzo di oltre il 27% delle quotazioni. Un silenzio che gli avrebbe consentito di risparmiare circa 143 milioni di dollari. I documenti legali depositati a New York affermano che Musk avrebbe dovuto avvisare la Securities and Exchange Commission, la Consob americana, entro 10 giorni, dunque entro il 24 marzo, di aver superato il 5% del capitale di Twitter.


NIENTE POSTO IN CDA - Da allora ad oggi è successo di tutto. Musk ha rifiutato un posto nel cda. «Ho investito in Twitter perché credo nella possibilità che diventi la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo», ha scritto nel messaggio inviato al presidente della società, «tuttavia, da quando ho fatto il mio investimento, ho capito che la società, per come è attualmente strutturata, non riuscirà né a prosperare né ad adempiere a questo imperativo sociale. Ha un potenziale enorme. E io lo sbloccherò». Il motivo? Secondo Musk sarebbe la struttura di public company. «Twitter deve essere trasformata in un'azienda con un solo proprietario», ha aggiunto, «e per questa ragione, offro di acquistare il 100% di Twitter a 54,20 dollari ad azione in contanti, un premio del 54% rispetto al giorno prima dell'inizio del mio investimento e un premio del 38% rispetto al giorno prima che quell'investimento fosse annunciato». Era il 5 aprile. Dieci giorni or sono. I maggiori investitori dopo Musk sono Vanguard (8,8%), Morgan Stanley (8,4%), Blackrock (6,5%) e State Street (4,5%). Intanto i vertici del social network di San Francisco, fanno sapere attraverso i media che l'offerta «è sgradita» e si preparano a difendersi da quella che assume sempre di più i contorni di un'Opa ostile.