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Mediaset, chi finisce nel mirino di Pier Silvio Berlusconi: il colpo che può rivoluzionare la televisione

Attilio Barbieri
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Per l'ex gruppo Mediaset, ora Mfe-MediaForEurope, il 2021 si è chiuso con risultati in crescita, utili doppi rispetto all'esercizio precedente e soprattutto con il ritorno al dividendo. A tutto ciò si aggiunge «un ottimo andamento nel primo trimestre 2022 e una raccolta pubblicitaria in Italia ancora in crescita», fa sapere la società. L'utile netto del 2021 è stato di 374,1 milioni di euro, raddoppiato anche rispetto al 2019 pre-Covid: +169% sui 139,3 milioni del 2020 e +97% sui 190,3 milioni del 2019. Il cda del Biscione ha proposto una cedola pari a 0,05 euro per ciascuna azione ordinaria di categoria A e di categoria B. Molto bene anche i ricavi netti consolidati del gruppo, cresciuti a 2,9 miliardi di euro (+10,5%) rispetto ai 2,6 fatti segnare nel 2020. Il risultato operativo rettificato ha raggiunto i 475,6 milioni di euro, +52,4% sui 312,1 milioni dell'anno prima. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2021 era pari a -869,2 milioni di euro, in netto miglioramento, comunque, sui -1.064,4 milioni registrati il 31 dicembre 2020.

 

 

 

GENERAZIONE DI CASSA

La generazione di cassa caratteristica è stata positiva per 507,3 milioni di euro. Pure in questo caso in decisa crescita rispetto ai 311,8 milioni del 2020. E nel corso dell'esercizio sono stati sostenuti investimenti per l'incremento della quota di partecipazione nella tedesca ProSiebenSat.1 per 115,3 milioni di euro e distribuiti dividendi per 340,6 milioni di euro. Anche la ex Mediaset è però alle prese col difficile contesto geopolitico e rimarca in una nota che l'intervento militare russo in Ucraina «ha determinato l'adozione di misure economiche sanzionatorie verso la Russia e ha ulteriormente innescato forti spinte inflazionistiche già in atto che interessano in particolare le materie prime energetiche e alimentari». Mfe fa notare poi che «pur in un contesto di imprevedibilità circa l'evoluzione del conflitto, ciò ha generato un immediato processo di revisione al ribasso delle stime annuali di crescita dell'economia nei principali paesi europei». «Ma anche a fronte di tale scenario - rimarca l'azienda nella nota - non si riscontrano impatti significativi sull'andamento degli investimenti pubblicitari che in Italia nel corso del primo trimestre sono risultati addirittura in leggera crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente con un andamento che sulle base delle stime interne disponibili risulta migliore rispetto a quello del mercato».

 

 

 

Le campagne pubblicitarie programmate per le prossime settimane non registrano slittamenti, cancellazioni o cambiamenti rispetto alle pianificazioni inizialmente previste. Al momento - assicura l'azienda - «grazie al solido posizionamento editoriale confermato dal positivo andamento degli ascolti televisivi registrato anche nei primi mesi dell'anno, il gruppo Mfe punta a ottenere anche per l'esercizio 2022 risultati economici e una generazione di cassa positivi». Nessuna novità per l'Opa su Mediaset Espana. Il direttore finanziario di Mfe Marco Giordani, ha precisato che il gruppo sta aspettando soltanto l'approvazione del documento d'offerta da parte della Consob spagnola. «Siamo tranquilli», ha aggiunto, «perché consideriamo la nostra offerta di valore per tutti gli azionisti: non c'è un piano B». A Piazza Affari le azioni A hanno chiuso in calo dello 0,56%, le azioni B del 7,28%. 

 

 

 

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