L'analisi

La previsione sui nostri risparmi: quanto durerà la "notte buia" e cosa ci aspetta

Il conflitto nel cuore dell'Europa è ben lontano dalla pace e nell'incertezza sui tempi e gli accordi la politica si interroga su che fare e l'economia si sta preparando al peggio con l'inflazione che corre, il caro energia, il taglio delle forniture dalla Russia. Alessadro Penati nella sua analisi sulle colonne di Domani spiega che per uscirne "bisogna superare l'insipienza dei governi europei a trovare soluzioni concordate".  Poi aggiunge: "In Europa le ripercussioni finanziarie e rischio di recessione sono passate in secondo piano. Anche se nessuno sa in che cosa consista lo scudo anti frammentazione e quando sarà attivato, non credo che la Bce corra il rischio che un aumento dei tassi inneschi una crisi del debito pubblico italiano, perché metterebbe a rischio la sopravvivenza della moneta unica, un rischio che i governi non vogliono correre".

 

 

C'è poi il rischio che l'aumento dei tassi e il perdurare del caro energia causino un aumento delle sofferenze che indebolirebbe le banche, sebbene oggi maggiormente capitalizzate: "Sarebbe un'altra fonte di "frammentazione" che la Bce ha dichiarato di voler scongiurare", aggiunge Penati. "Quindi, perdurando una politica divergente con la Fed, l'euro dovrebbe continuare a indebolirsi e, alla fine, la Bce potrebbe essere costretta ad accettare un'inflazione più a lungo al di sopra dell'obiettivo". Per quanto riguarda mercato e imprese, l'economista spiega che anche in Europa stanno mandando segnali contrastanti: "l'indice EuroStoxx ha perso quanto Wall Street, e anche da noi, interamente per una riduzione dei multipli di valutazione degli utili, che si stima possano crescere di oltre il 6 per cento sia nel 2022 sia nel 2023. Per le piccole imprese le previsioni sono più fosche, ma è un segno che le imprese, per ora, ritengono che una recessione non sia nè certa nè inevitabile".

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe