Le conseguenze

Bollette, effetto-domino: in Italia al buio anche chi paga

Michele Zaccardi

Ecco il conto della folle corsa dei prezzi dell'energia: quasi cinque milioni di italiani non hanno pagato almeno una bolletta negli ultimi nove mesi. Il numero, che è destinato a crescere se i prezzi non si decidono a calare, delinea un quadro le cui conseguenze rischiano di essere devastanti. Prima o poi, infatti, l'impatto si scaricherà su tutta la filiera, a cominciare dalle società energetiche. Secondo un'indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat, 4,7 milioni gli italiani hanno saltato almeno un pagamento negli ultimi nove mesi, mentre altri 3,3 milioni hanno dichiarato che, in caso di ulteriori rincari, non saranno in grado di far fronte alle prossime bollette in scadenza. L'emergenza è confermata anche da un altro dato, ovvero che per il 63% degli intervistati morosi quest' anno è stata la prima volta in cui hanno saltato un pagamento.


FALLIMENTI
Entrando nel dettaglio della ricerca, emerge come a livello nazionale chi ha dichiarato di non aver pagato è pari al 10,7%. Una percentuale che cresce se si scende verso le regioni del Centro Italia (11,5%) e nel Sud e nelle Isole (11,2%). In caso di nuovi aumenti, le zone più difficoltà sono quelle del Mezzogiorno (9,4% a fronte di una media nazionale del 7,7%). In uno scenario di questo tipo, il rischio di un effetto domino sulle imprese è tutt' altro che remoto. Già un mese fa Utilitalia, associazione che riunisce 450 utilities, aveva previsto un'ondata di fallimenti tra i rivenditori al dettaglio di energia, che non erano riusciti a rinnovare i contratti per l'acquisto di gas con i grandi importatori, come Edison ed Eni. A questo problema si aggiungono le difficoltà da parte dei clienti a saldare le bollette. Insomma, per le società energetiche, soprattutto retail, la miscela è esplosiva.


La speranza è che le imprese, in particolare quelle energivore, continuino a pagare regolarmente. Altrimenti i default potrebbero persino superare i 70 casi stimati da Utilitalia.
A denunciare una situazione di difficoltà sono state nelle settimane scorse anche alcune realtà importanti come Dolomiti Energia, e alcune municipalizzate, tra cui quelle di Catania, Voghera (Pavia) e Casale Monferrato (Alessandria). Tutte imprese che o non riuscivano a ottenere un rinnovo dei contratti di approvvigionamento, oppure erano costrette a sottoscrivere impegni molto onerosi con volumi di gas inferiori rispetto al passato. In altre parole: prezzi alti, richieste di garanzie e anticipi monstre. E adesso, con alcune imprese che iniziano ad arrancare nel pagamento delle bollette, la situazione per i rivenditori di energia si fa sempre più precaria. Le banche infatti sembrano sempre meno propense a concedere anticipi e fideiussioni. La situazione però è nota da tempo.


ALLARME
L'allarme, infatti, era già stato lanciato da Arera a luglio. In una comunicazione al Parlamento, l'autorità di regolazione del settore energetico sottolineava le «criticità per gli esercenti la vendita nel reperire sui mercati all'ingrosso i volumi (di gas, ndr) necessari per soddisfare anche la domanda per uso domestico». E questo non per la carenza di metano ma per la stretta creditizia in atto. Una soluzione, chiesta da numerose associazioni di categoria, potrebbe essere quella di estendere la garanzia Sace, che ora copre il 90% dei finanziamenti erogati alle imprese, fino al 100% del valore del credito. Un modo per allentare la tensione sugli operatori, sia grandi che piccoli, ormai diventata insostenibile. E pericolosa. Se dovessero verificarsi dei default a catena, infatti, il settore crollerebbe come un castello di carte. Certo, ai clienti finali, siano essi famiglie o imprese, il gas è sempre garantito dal "servizio di ultima istanza" che, a seconda delle zone, è stato assegnato dall'autorità dell'energia Arera a una società del gruppo Enel e a una del gruppo Hera. Tuttavia, in una situazione emergenziale di questo tipo, dovrebbe intervenire Snam, l'operatore di rete, attingendo il gas dagli stoccaggi oppure comprandolo sul mercato. A prezzi fuori controllo