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Pensioni, non solo l'Albania: ecco il nuovo "paradiso" degli assegni

Da "obrigado!" a "eufharistò!". I pensionati italiani che si godono all'estero l'assegno senza il peso del fisco di casa nostra devono fare la valigie e cambiare destinazione. Scordatevi il Portogallo. Lisbona dal 2024 interromperà il regime agevolato per i pensionati che provengono dall'estero. Panico tra coloro che sognavano già di godersi il sole sui tram della città che si adagia sul Tago. Che fare? Le soluzioni ci sono e sono parecchie.

Una ad esempio è la Grecia. All'ombra del Partenone si può bere ouzo seduti in una taverna con una tassazione sugli assegni previdenziali del 7 per cento per 15 anni. Qui c'è una condizione importante da rispettare: risultare residenti fiscali in Grecia e non esserlo stato per i 5 dei 6 anni precedenti al trasferimento. Ma se la mastika o le olive greghe non vi deliziano il palato, si può sempre andare a Cipro. L'isola ha una delle tassazioni più favorevoli per gli assegni dei pensionati italiani: qui si applica un'aliquota del 5 per cento per tutti gli accrediti che arrivano dall'estero e che superano la soglia dei 3.420 euro. Inoltre se la pensione è al di sotto di questa soglia, l'importo è totalmente esentasse. Se del mare di Limassol non ve ne importa nulla, allora c'è sempre la Bulgaria.

 

Qui l'aliquota sulle pensioni è del 10 per cento. Ma attenzione. Per godersi l'assegno a Sofia non basta solo la residenza fiscale. Qui serve anche la cittadinanza. Stessa cosa in Romania che prevede un'aliquota che si ferma al 10 per cento. Ma il vero nuovo paradiso fiscale per i pensionati è la Slovacchia. Dalle parti di Bratislava la pensione è interamente esentasse se arriva dall'estero. Poi, se si vuol coniugare il mare con il fascino esotico dell'Africa, allora bisogna tenere in considerazione anche la Tunisia. Nonostante venga definito "Paese non sicuro" da qualche giudice,

Tunisi attrae parecchi pensionati che vogliono godersi la terza età con le tasche piene. Le norme tunisine infatti abbattono dell'80 per cento la tassazione sulle pensioni lorde che vengono accreditate dall'estero da parte di alcuni Stati. E nella lista c'è anche il nostro Paese. La parte che manca all'appello viene tassata al 20 per cento. Per intenderci, la manina del fisco tunisino preleva solo il 5 per cento dell'assegno previdenziale. In questo momento, secondo gli ultimi dati forniti dall'Inps, gli italiani che si godono la pensione fuori dai confini nazionali sono 317mila, di fatto il 2,3 per cento della platea previdenziale.

E l'istituto eroga circa 1.435 milioni per i connazionali che non vogliono restare nel nostro Paese. Per chi sta preparando le valigie per andare all'estero con in tasca la pensione è giusto ricordare che vanno rispettate alcune regole basilari per poter godere delle tassazioni agevolate: è necessario dimostrare di vivere all'estero almeno per 183 giorni l'anno. Occorre iscriversi all'Aire e non avere conti correnti aperti nel nostro Paese o essere proprietari di immobili sempre in Italia. Occhio anche alle regole previste dallo Stato in cui si decide di passare il resto della vita e attenzione anche alle convenzioni tra il Paese di arrivo e l'Italia. Ricordiamo che l'Inps e il Fisco avviano controlli annuali proprio sui pensionati all'estero. Infatti dal 20 settembre 2023, spiega l’Inps, Citibank ha iniziato a spedire le richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, da restituire alla banca entro il 18 gennaio 2024. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2024, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2024. I controlli non riguarderanno coloro che risiedono in Paesi in cui operano istituzioni con le quali l’Inps ha stipulato accordi per lo scambio telematico in tempo reale di informazioni sul decesso dei pensionati. Buon viaggio! E occhio all'assegno...