Tagli ai bilanci delle province, Napoli la più tartassata
Nei prossimi due anni il governo ridurrà del 67% i trasferimenti erariali
Non ne sparirà nemmeno una, ma dal prossimo anno le province dovranno far quadrare i bilanci avendo meno soldi messi a disposizione dal governo. I tagli dei trasferimenti alle province previsti dalla manovra sono pari a 300 milioni di euro nel 2011 (-40%) e a 500 milioni nel 2012 (67%). Lo rende noto l'Unione delle province italiane, che si è poi cimentata a stilare una classifica delle province più tartassate dalle riduzioni dei trasferimenti erariali. A ricevere il sostegno economico di Roma sono tutte quelle province che non hanno un livello di entrate proprie che consenta loro di affrancarsi da un sistema di supporto centralizzato. A queste decurtazioni si aggiunge una costante riduzione delle entrate proprie che passano da un totale registrato nei primi 5 mesi del 2009 di 1.702.461.215 euro ad una cifra complessiva nei mesi corrispondenti nel 2010 di 1.499.987.157 con una flessione dell'11,89. In testa alla classifica si colloca la provincia di Napoli, con finanziamenti tagliati di 20 milioni di euro nel 2011 e di 34 miliardi per l'anno successivo. Seguono Palermo e Catania a breve distanza. Ultima nella graduatoria composta da 19 enti che ancora godono dei trasferimenti c'è Taranto, che perderà 5 milioni per il 2011 e 8 per il 2012. Nell'elenco è prevalente la presenza di province del sud Italia, il centro-nord iscrive nella speciale classifica solo Cuneo, Perugia e Pavia, tutte e tre a ridosso degli ultimi posti delle province più colpite dalla manovra. "La manovra - ha detto il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione - ha un duplice impatto sulle Province: accanto al taglio dei trasferimenti, gli enti si troveranno anche a gestire la carenza dei trasferimenti che vengono tagliati alle Regioni. I 4 miliardi per il 2011 e i 4,5 del 2012 che verranno tagliati alle Regioni, rappresentano in parte, infatti, risorse che vengono trasferite agli enti locali per funzioni attribuite e o delegate e che dunque trovano quale destinazione finale i bilanci delle Province stesse. Vuol dire sommare ai tagli diretti alle Province, altri tagli indiretti. Se invece il miglioramento dell'indebitamento richiesto alle Province con la manovra si realizzasse all'interno di un nuovo patto di stabilità interno, che ridefinisca gli obiettivi per il triennio 2011-2013, si potrebbero trovare modalità più adeguate e sicuramente più coerenti e tollerabili, per liberare risorse a favore di investimenti in strade, scuole, contrasto al dissesto idrogeologico, individuando anche sistemi di sanzioni e premialità, legati ad indicatori come la riduzione del debito o il contenimento delle spese di personale".