«Non credo al rally di Natale», alla domanda tormentone e tormentata di questo periodo la risposta è perentoria. Se a dirlo fosse un qualunque influencer di mercato o uno youtuber non ci sarebbero problemi, ma se a dirlo è Giovanni Tamburi la risposta è un macigno che cade dall’alto schiacciando entusiasmo e aspettative della platea dei fedeli. Equivale a Babbo Natale che davanti a una folla di bambini festanti e di attese per i regali rivela: «Babbo Natale non esiste».
Tornando alla realtà e al cinismo dei mercati siamo costretti a dare ragione a Tamburi, il rally tra inizio dicembre e il 25 si è visto raramente, lo dice la statistica o se volete la “stagionalità” e pare che anche quest’anno non farà eccezione. Diverso è il discorso sul rally di fine anno, quel periodo magico che comincia subito dopo il Natale e si protrae fino all’Epifania, nuova liquidità per i mercati che da questa traggono linfa per prodursi in un’euforica accelerazione. Prima di tutto questo però c’è la Fed, tocca tornare con i piedi per terra. Ultimo meeting dell’anno perla Banca Centrale USA, una delle ultime riunioni per Powell prima di essere accompagnato gentilmente all’uscita. Per il mainstream un taglio dei tassi è scontato, addirittura c’è chi azzarda un maxi taglio e io continuo a chiedermi perché? L’inflazione ormai è strutturalmente e cronicamente fissata su livelli ben al di sopra del target fissato dalla Fed, l’economia non è in recessione, la disoccupazione aumenta ma non è su livelli allarmanti e Wall Street è sui massimi, e su questi dati Powell potrebbe prodursi nel suo hobby preferito, sgambettare Trump. Battute a parte, si taglia quando le cose vanno male e non quando si è in espansione. Sono troppo critico? Vi consolo con le parole di Tommy Lee che dai microfoni di CNBC ha ricordato che il QT della Fed è concluso, una notizia che potrebbe spingere WS a un rally del 15% da qui a gennaio. Nel frattempo ci sono le notizie societarie in questo momento dovrebbero interessare più della Fed. C’è il mega accordo di Netflix che pone più di un dubbio anche in tema Antitrust, c’è lo shopping compulsivo di Nvidia, la riduzione dei costi di Meta e nuovi accordi in Australia da parte di Open Ai. Fine anno non è solo il momento del question time sul “rally di Natale” ma anche degli outlook da parte di guru e banche d’affari sul nuovo anno.
Il primo è il “rebus 2026” del sempre raffinato Alberto Gallo di Andromeda, troppo complesso da spiegare in due righe, molto più semplice l’idea di Alexandre Drabowicz di Indosuez che in tema di bond si pone una domanda molto interessante: se i JBond continueranno la risalita dei rendimenti, i giapponesi che da sempre sono stati fedeli compratori di debito Usa, continueranno a comprare TBond? Una domanda a cui ora è difficile rispondere, ciò che è sicuro è che a seconda della risposta avremo scenari diametralmente opposti. Meglio pensare alla Fed. NEXI: non cambio idea, sotto €5 e meglio ancora sotto €4 è un’operazione “ok il prezzo è giusto”.
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