L'editoriale

Il reato esiste solo se c'è il Cavaliere

Maurizio Belpietro

Da tempo sospettavo che chiamarsi Silvio fosse un reato, soprattutto se di cognome si fa Berlusconi, ora però ho la prova. Ieri infatti il Tribunale di Milano ha assolto Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi dall’accusa di aver frodato il fisco con i diritti cinematografici comprati all’estero. Secondo i giudici "il fatto non costituisce reato", mentre per una parte delle accuse è intercorsa la prescrizione. Naturalmente ci rallegriamo con il presidente e il vicepresidente Mediaset, che dopo essere stati messi sul banco degli imputati sono stati assolti. E però non possiamo non notare una clamorosa incongruenza, perché praticamente per le stesse accuse un anno fa Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di carcere (tre dei quali cancellati dall’indulto) e per effetto di quella sentenza è stato espulso dal Parlamento ed è tutt’oggi costretto ai servizi sociali. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi 9 luglio o acquista una copia digitale del quotidiano