Governo sott'acqua
Sono passati quasi tre anni da quando Silvio Berlusconi non è più presidente del Consiglio. All'anniversario delle dimissioni, che vennero salutate da una folla festante come se si trattasse di una liberazione, manca infatti un mese. Nel frattempo tre governi si sono avvicendati: prima quello di Mario Monti cui subentrò quello di Enrico Letta e infine l'esecutivo guidato da Matteo Renzi. Ciò nonostante, i problemi che avevamo davanti quando a Palazzo Chigi c'era il Cavaliere sono lungi da essere stati messi alle spalle. Anzi, li abbiamo davanti e appaiono ancora più grandi e di difficile soluzione. È dovuta a ciò la confusione intorno alla legge di Stabilità che si registra con preoccupazione in queste ore. All'appuntamento con il documento di bilancio, il premier è arrivato come sempre, cioè mostrando fiducia e ottimismo. Ma sorrisi e strette di mano dispensate non sono state sufficienti a convincere Bruxelles e ora la manovra, dai 15 miliardi iniziali, è già salita a 30. Soldi che però non potranno essere trovati aumentando il deficit di bilancio, come avrebbe voluto il presidente del Consiglio né tagliando i soldi alle Regioni (provocando un pericoloso effetto a cascata che avrebbe colpito come al solito i portafogli degli italiani: i governatori avrebbero infatti reperito le risorse tagliate dall'esecutivo aumentando le tasse locali), ma che dovranno essere frutto di risparmi veri, pena la bocciatura Ue e le relative sanzioni. Clicca e leggi l'editoriale di Belpietro in versione pdf