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L'Italia paga gli scafisti

Maurizio Belpietro
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Se l'ipocrisia fosse mortale, in questi giorni avrebbe fatto una strage. A proposito dei 700 morti per il rovesciamento del barcone su cui viaggiavano, le pagine dei giornali infatti traboccano di finto sgomento. Le parole che vi si leggono sono così inutili, così scontate, così manifestamente bugiarde, che scivolano via senza lasciare traccia, consunte dall'uso che se n'è fatto in questi anni di fronte ad ogni tragedia del mare. «Fantasmi che pesano sulle nostre coscienze», ha titolato La Repubblica un pezzo di Roberto Saviano, lo scrittore prêt à porter buono per ogni stagione purché politicamente corretta, sia che si parli degli amici immigrati sia che si discuta con gli amici di Maria De Filippi. Non so su quali coscienze pesino le centinaia di persone finite in fondo al mare al largo delle coste libiche. Di sicuro non pesano sulla nostra, dato che da anni denunciamo l'incapacità della politica di dire la verità a proposito di un'immigrazione senza frontiere. Forse peseranno sulla coscienza di chi, fingendo di essere rammaricato per l'ennesima strage, poi non sa dire altro che banalità a proposito della bontà che non ha più cittadinanza. Forse peseranno sulla coscienza di chi, con la pretesa di difendere i diritti dei libici a non avere un dittatore, ha appoggiato una guerra che in Libia ha spodestato e barbaramente assassinato un dittatore, per sostituirlo con un'altra e peggiore dittatura: quella della paura, quella del fanatismo islamico e dei predoni, che magari sono musulmani, ma venerano più il denaro di Allah. Leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro

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