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Ma sì, evviva la Resistenza. Alla retorica di Mattarella e alle balle della Boldrini

Maurizio Belpietro
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È sempre tempo di resistenza. Parola del presidente della Repubblica, il quale ieri, a Varallo Sesia, ha voluto fare un preciso riferimento al referendum costituzionale. A quello per cui gli elettori saranno chiamati a votare in ottobre? Ma neanche per sogno, il richiamo era diretto al plebiscito con cui 70 anni fa gli italiani scelsero la Repubblica al posto della monarchia. Roba di stringente attualità, quindi. Come per altro è d'attualità l'appello a una resistenza perenne. Vi domandate per difendersi da chi e da che cosa? Non è dato sapersi. I fascisti non ci sono più, tanto che perfino gli ultimi eredi del Movimento sociale non si dicono più fascisti. In compenso, durante le manifestazioni del 25 aprile che si sono svolte un po' in tutta Italia, gli unici ad essere contestati sono stati gli ebrei, ossia i discendenti di quella brigata che - partita da Tel Aviv - risalì la Penisola per liberare l'Italia dai nazisti. Invece di ricevere ringraziamenti per quanto fecero i loro genitori, i figli di quegli ebrei che combatterono per la nostra libertà sono stati accusati di essere fascisti e allontanati dal corteo senza che nessuno muovesse un dito, non i presidenti, non i sindacati. In compenso, alle manifestazioni del 25 aprile hanno potuto partecipare gli esponenti dei movimenti palestinesi, perché, come è noto, (...) Clicca qui e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro

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