Il colpo di coda di Silvio per uscire dall'angolo
Silvio Berlusconi ha fatto l'unica cosa che potesse fare. Preso atto dell'impossibilità di proseguire con la candidatura di Guido Bertolaso, ha scelto Alfio Marchini. Certo, sarebbe stato preferibile che Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia avessero trovato un solo candidato per il Comune di Roma, ma ormai, per una serie di veti incrociati, questo non era possibile. E dunque, al fondatore del centrodestra, per evitare di restare isolato, non restava che giocarsi la carta Marchini. L'epilogo di questa vicenda non è esattamente quello che avremmo voluto e che più volte su Libero abbiamo auspicato. Per noi, a prescindere dal valore dei soggetti in campo per la poltrona di sindaco della Capitale, la soluzione migliore era quella in grado di riunire tutto il centrodestra, che si chiamasse Meloni, Bertolaso, Storace o Marchini. Ma una faccenda nata male e soprattutto gestita peggio, attraversata da ambizioni e rancori personali, con disegni politici che vanno oltre il Campidoglio, non poteva che finire così. Leggi su Libero di venerdì 29 aprile l'editoriale di Maurizio Belpietro o acquista una copia digitale del quotidiano