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Amico giornalista, a forza di sgobbare ti è sfuggita la vita

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Davide Locano
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Gian Galeazzo Biazzi Vergani, nonostante due nomi e due cognomi, è morto ultranovantenne come uno qualsiasi. Era della vecchia guardia e fino all' ultimo è rimasto attaccato al Giornale di cui con Montanelli fu fondatore e alto dirigente. Qualche maligno disse e dice che egli fu una sorta di badante di Indro, ma non è così. Gian Galeazzo, cremonese come il torrone, era un gran professionista, una specie di portiere in ambito giornalistico abile nella respinta di ogni rottura di scatole destinata a importunare il mitico direttorissimo. (...) Clicca qui, acquista una copia digitale di Libero e leggi l'editoriale di Vittorio Feltri

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