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La Boldrini scopre che gli insulti non fanno ridere

Gli insulti di Grillo e soci sono da condannare, ma chi si indigna per le parole contro il presidente della Camera e la Bignardi dov'era quando davano delle sgualdrine alle donne del Pdl?

Giulio Bucchi
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Finirà che questi grillini me li faranno risultare simpatici. Anzi, a forza di dire che sono una banda di violenti e violentatori,  solo perché si sono permessi di criticare qualche sepolcro imbiancato della sinistra, mi sa che diventeranno simpatici anche ad altri, in particolare a quella parte di italiani che non ama l'ipocrisia e il doppiopesismo. In un Paese dove l'insulto è merce quotidiana e dove on line si trova ogni genere di oltraggio, qualcuno dovrebbe spiegare perché sono offensive solo le villanie rivolte contro Laura Boldrini, mentre le altre non contano. Letta e chi si lamenta hanno mai acceso un computer e si sono mai collegati a qualche  sito per leggere  che cosa vi sta scritto? Per anni un presidente del Consiglio è stato oggetto di un'aggressione verbale mai vista e le persone attorno a lui sono state descritte in ogni modo, in particolare come professioniste del meretricio, eppure nessuno si è dispiaciuto.  Anzi: i compagni che ora si dolgono per le ingiurie alla madonna pellegrina che guida la Camera allora sghignazzavano, quasi che gli epiteti contro Mara Carfagna e le onorevoli del centrodestra fossero allegre barzellette. E quelli che evocano i nazisti per un libro di Augias dato alle fiamme? Dov'erano quando un manipolo di contestatori voleva dare alle fiamme il nostro Giampaolo Pansa e il suo libro e gli impedivano di presentarlo? Ma vi pare normale che un presidente del Consiglio che non risponde agli elettori su temi cruciali come le pensioni o il tasso di disoccupazione, mentre è in viaggio negli Emirati a caccia di investitori, si scomodi per polemizzare con i Cinque stelle? Lo turbano di più la crisi economica e la mancata soluzione per gli esodati oppure la polemica di un portavoce dei grillini contro Daria Bignardi? A quanto pare, la seconda. Nel suo salottino molto trendy e poco barbarico, l'altra sera  la conduttrice de La Sette ha ospitato il pentastellato Alessandro Di Battista e lo ha messo sotto torchio in quanto il padre pare sia stato fascista. Rocco Casalino, ex gieffino ora grillino ha risposto chiedendo alla Bignardi come si sarebbe sentita se, intervistata a sua volta, qualcuno le avesse chiesto conto del passato del papà di suo marito: che effetto le fa essere compagna di un tizio il cui padre è stato condannato come mandante del delitto Calabresi? Domanda polemica, forse anche provocatoria: ma dove sta l'offesa? E perché proprio ieri Enrico Letta ha sentito il bisogno di far sentire la sua voce e accusare i Cinque stelle di barbarie senza fine? Non è forse vero che Adriano Sofri, padre di Luca e compagno di Daria Bignardi, è stato condannato con sentenza passata in giudicato per l'omicidio del commissario milanese? Del caso si sono occupati tutti i giudici possibili e per l'ex capo di Lotta continua si è riaperto il processo e si è spostato il giudizio dalla sua sede naturale, come mai è successo: neppure a Berlusconi. E però, alla fine, la Cassazione ha confermato la condanna e dunque Sofri è da ritenersi a tutti gli effetti il mandante dell'assassinio. Dunque, se Daria chiede al grillino i trascorsi del babbo (che non ha ucciso nessuno ma semplicemente simpatizzava per i fascisti), perché qualcuno non può chiedere alla conduttrice sempre così politicamente corretta dei trascorsi del suocero che esultò alla notizia dell'agguato al poliziotto? Dove sta la barbarie di cui parla Letta? Certo, i seguaci dell'ex comico a volte esagerano e le cadute di stile non si contano: ma solo a loro vanno rimproverate? Per anni in Parlamento e nelle piazze (virtuali e non) alle donne di centrodestra si poteva gridare ogni mascalzonata senza che nessun intellettuale o politico s'inalberasse. E lo stesso si poteva fare contro gli scrittori «revisionisti». E adesso che tocca a gente del loro milieu politico che dovremmo fare? Stracciarci le vesti, impedire ai grillini di parlare o, addirittura espellerli dal Parlamento come qualcuno propone, ritenendoli eversivi? Ma per piacere signori, non vi rendete conto di essere ridicoli. I Cinque stelle sono un frutto vostro, una costola della sinistra. Non li riconoscete? Cavalcano i vostri temi, ma più a sinistra di voi. Usano il vostro linguaggio, ma con più forza di voi. Sono antidemocratici, come per anni lo siete stati voi. Disprezzano chi è stato legittimamente eletto, esattamente come facevate voi. E allora rassegnatevi, adesso siete voi nel mirino. Lo so, non è bello, ma succede e prima o poi ci si abitua. Benvenuti. Da intoccabili che vi ritenevate avete scoperto che siete come gli altri. Anzi, peggio degli altri. di Maurizio Belpietro  [email protected] Twitter: @BelpietroTweet

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