La reazione di Washington

Navi da guerra davanti a TripoliAssedio alle ambasciate Usa Rivolte pure in Yemen ed Egitto

Matteo Legnani

Altri due morti in Medio Oriente. Le proteste contro il film blasfemo su Maometto L'innocenza dei Musulmani si sta allargando a macchia d'olio e aumentano gli assalti alle ambasciate americane. Due manifestanti yemeniti sono stati uccisi dalla polizia durante un tentativo di assalto all’ambasciata Usa a Sanaa in cui sono rimasti feriti altri cinque manifestanti. Lo hanno riferito il giornale web locale Alhadath e l’emittente televisiva Assahat, mentre una fonte della sicurezza yemenita ha parlato di una sola vittima. Centinaia di persone avevano lanciato pietre e dato alle fiamme automobili davanti alla rappresentanza diplomatica per protestare contro un film amatoriale su Maometto prodotto negli Usa considerato blasfemo per l’Islam. Da quanto si è appreso gli spari che hanno causato un morto e i feriti sono stati esplosi durante un secondo tentativo di fare irruzione nell’ambasciata Usa. La polizia è poi riuscita a trascinare fuori coloro che erano riusciti a entrare nell’edificio sfondandone le finestre. Una nuova guerra - Che per gli Stati Uniti, dopo quelli in Iraq e in Afghanistan, si apra un terzo fronte nel mondo arabo, è presto per dirlo. Certo è che gli occhi del Pentagono, da ieri, mercoledì 12 settembre, sono nuovamente puntati verso quello che per anni era già stato uno dei "paesi canaglia": quello in cui si addestravano i terroristi e in cui si pianificavano gli attentati agli aerei passeggeri. A poche ore dall'attacco nel quale a Begnasi ha perso la vita l'ambasciatore Chris Stevens, Washington ha inviato a Tripoli una squadra antiterrorismo dei Marines e sta muovendo due navi da guerra verso le coste libiche, secondo quanto affermato da ufficiali americani all'agenzia Ap. Un cacciatorpediniere, l'Uss Laboon, si è spostato davanti alla costa, mentre l'Uss McFaul dovrebbe arrivarci in pochi giorni. Alle navi - che trasportano missili Tomahawk e con equipaggio di 300 persone - non è stata assegnata una missione specifica: sono state predisposte per dare ai comandanti la flessibilità necessaria per rispondere agli ordini del presidente. Ad ogni, secondo fonti del Pentagono, la missione viene qualificata a scopo "preventivo". Violenze in Egitto e Yemen - In parallelo, la nuova ondata della "Primavera araba", scatena la violenza contro gli americani: il fronte si estende dal Cairo allo Yemen. Continuano le proteste per il film Innocence of Muslim (guarda il trailer): violenti scontri tra manifestanti e polizia sono avvenuti davanti alla sede diplomatica in Egitto, dove i feriti sono almeno 13. Al Cairo decine di persone hanno raccolto l'invito lanciato dai Fratelli Musulmani, prima forza di governo, e si sono recati davanti all'ambasciata degli Stati Uniti. Dal corteo sono partite pietre e molotov contro la sede diplomatica, mentre i militari cercavano di proteggere l'edificiAltre proteste a Sanaa, in Yemen, dove il corteo è riuscito ad entrare nell'ambasciata Usa ed ha appicato il fuoco a diverse automobili. La polizia ha cercato di disperdere i manifestanti sparando in aria. L'ombra lunga di Al Qaeda si allunga sull'Occidente: il presidente degli Usa, Barack Obama, ha anche telefonato ai leader di Egitto e Libia per chiedere che gli autori dell'attacco vengano consegnati alla giustizia. Indagini a Bengasi - Nel frattempo si continua a cercar di fare chiarezza sulla morte dell'ambasciatore Usa e dei tre funzionari a Begnasi. Secondo una prima ricostruzione sull'attacco in Libia due diplomatici sono stati uccisi in un edificio vicino al consolato Usa, dove si erano rifugiati. Lo ha riferito il viceministro dell'Interno della regione orientale della Libia, Wanis el-Sharef, spiegando che dalle prime informazioni risulta che ci sono stati due episodi di aggressione separati.