Oscar Pistorius, il giorno del verdetto: "Non fu omicidio premeditato"
Per Oscar Pistorius sta per arrivare il verdetto: l'accusa è quella di omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa a colpi di pistola nella sua casa il 14 febbraio 2013. L'atleta 27enne rischia fino a 25 anni di carcere, ma il giudice, Thokosile Masipa, è orientato a riconoscere l'omicidio colposo. Il campione parolimpico, il cui processo è iniziato lo scorso 3 marzo, si è mostrato visibilmente emozionato in aula, dove è anche scoppiato in lacrime. Pistorius ha sempre sostenuto di aver sparato perché convinto che dietro la porta che lo separava dalla sua fidanzata si trovasse un ladro, un intruso. La sentenza è stata rimandata alla mattinata di venerdì 12 settembre. Una sentenza che farà discutere: come detto, tutto sembra deporre a favore dell'omicidio colposo, una circostanza che sta suscitando lo scalpore di esperti, giuristi e avvocati, che già ritengono la pena troppo clemente. Pistorius in attesa del verdetto Guarda le foto nella gallery Omicidio colposo - Fondamentale un passaggio del discorso del giudice, in cui si spiega che Pistorius "non ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che il campione sia colpevole di omicidio premeditato". Tuttavia, ha aggiunto Masipa, è evidente che ""prese una consapevole decisione", quella di affermare un'arma e sparare. Nelle conclusioni del processo, il giudice ha aggiunto che l'atleta "voleva chiaramente usare un'arma da fuoco", ma "l'intenzione di sparare non comprende necessariamente quella di uccidere. Il giudice ha poi scartato dal verdetto due testimoni-chiave dell'accusa, che contraddicevano la versione dei fatti fornita dall'atleta, poiché "non affidabili". I due testimoni sono Michelle Burger e il marito, Charl Johnson, vicini di casa dell'atleta. "Cattivo testimone" - Contro Pistorius, continua Masipa, depone il fatto di essere stato "un cattivo testimone" nel corso del processo, poiché "è stato evasivo e si è contraddetto". Il giudice, inoltre, ha respinto la tesi della difesa secondo la quale l'atleta era temporaneamente incapace nel momento in cui ha sparato alla Steenkamp. Il giudice ha poi criticato l'uso di un'arma da parte di Pistorius: "Non penso sia ragionevole armarsi quando ci si sente in pericolo in quanto si è una persona vulnerabile". "Nessuna ragionevolezza" - La giudice, nelle ultime dichiarazioni rese prima dell'annuncio - inatteso - della sospensione dei lavori, ha detto che Pistorius "ha agito troppo frettolosamente, ha fatto un uso eccessivo della forza" e "avrebbe potuto chiedere aiuto invece di avvicinarsi al bagno con un'arma carica". Insomma, "è chiaro che la sua condotta è stata negligente". Infine, Masipia leggendo le considerazioni prima della chiusura del processo, ha sottolineato che l'alteta "non si comportò ragionevolmente". Il gelo con la madre - Masipa ha analizzato le prove fornite da ciascuno dei 27 testimoni, per poi - secondo la prassi giuridica sudafricana - fornire la sua interpretazione di quanto avvenuto. All'arrivo in tribunale, Pistorius era atteso da una folla di giornalisti e anche da alcuni sostenitori. I genitori di Reeva, quando è entrato in aula, lo hanno fissato: Pisotrius ha salutato la madre, che non ha risposto al gesto. Presenti in aula anche il padre e la sorella del velocista, così come il fratello Carl, in sedia a rotelle per le ferite riportate in un incidente stradale.