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In Turchia vietato scaricare film con atti sessuali innaturali

Matteo Legnani
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La Corte Costituzionale turca ha  confermato la legittimità di una legge che punisce con il carcere chi  scarica film pornografici in cui sono messe in atto pratiche definite "innaturali". Come spiega la stampa locale, la legge entra nel  dettaglio, vietando le pellicole che mostrano sesso "orale, anale, di  gruppo, tra gay o tra lesbiche". Il quotidiano Milliyet spiega che la controversia si è aperta quando  la polizia ha fatto irruzione in un negozio della provincia  occidentale di Aydin, sequestrando materiale pornografico su un hard  disk. La vicenda è finita in mano ai magistrati e la procura ha  chiesto quattro anni di carcere per il proprietario del negozio,  colpevole di vendere film che mostrano gli attori in atteggiamenti "innaturali". Il giudice, tuttavia, è arrivato alla conclusione che  gli articoli del codice penale chiamati in causa dal procuratore - che espressamente vietano di scaricare e salvare "materiale audio, video o scritto relativo a rapporti sessuali innaturali" - contrastano con i  "diritti inviolabili e inalienabili" garantiti dalla costituzione e ha quindi chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla  questione. Ma la Corte Costituzionale ha respinto le argomentazioni del giudice, confermando la legittimità degli articoli in questione, in quanto essi non vietano quegli atti sessuali, ma la loro promozione tra la  società. La Corte ha solo ammesso che gli articoli andrebbero rivisti  nella parte relativa alle sanzioni, che sono le stesse per chi  registra materiale "innaturale" su un singolo Dvd e chi lo fa su  migliaia di Dvd che mette in vendita.

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