Il racconto straziante della madre di Regeni: "Era sfigurato, ecco come l'ho riconosciuto"
Per la prima volta hanno deciso di parlare a tutti i genitori di Giulio Regeni, l'italiano 28enne trucidato in Egitto in condizioni ancora tutte da chiarire. Il momento più intenso della conferenza stampa ospitata dal Senato è stato indubbiamente quando è intervenuta la signora Paola, madre del ricercatore. Il suo racconto appassionato da madre ha ripercorso i momenti drammatici di quando ha dovuto rivedere il figlio senza vita sul lettino dell'obitorio a Roma: "Il suo volto - ha raccontato - era piccolo piccolo, irriconoscibile. Non avete idea del male che c'era su quel viso, che gli avevano fatto". Il volto di Giulio Regeni era completamente sfigurato, dopo cinque giorni di torture subite dai suoi carcerieri. Nonostante questo però la madre è riuscita a riconoscerlo, e forse nessun altro al mondo avrebbe potuto oltre lei. Ad aiutarla è stata: "la punta del suo naso". La ricerca - "Giulio non era andato in guerra. Era andato a fare ricerca e l'hanno torturato e ucciso", ha ribadito la signora Paola con voce ferma e decisa. La madre ha poi sostenuto che le autorità egiziane pensano di cavarsela dicendo che l'omicidio è stato un caso isolato: "Forse per quanto riguarda gli italiani, ma non per gli egiziani. Giulio era un cittadino italiano, un cittadino del mondo. L'ho potuto riconoscere solo vedendo la punta del naso", ha aggiunto a proposito del primo momento in cui ha potuto vedere il corpo devastato del figlio. E poi ha concluso con un impegno: "Continuerò a dire 'verità per Giulio'", come d'altronde è scritto nello striscione che è stato mostrato all'inizio della conferenza stampa da lei stessa con il marito e Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani del Senato. "Siamo qui per dire che continueremo a batterci per gli ideali e i valori di Giulio" ha ammonito Claudio Regeni, il padre di Giulio.