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Papa Francesco a Lesbo: "Dodici migranti li porto via con me"

Matteo Legnani
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È sbarcato di buon mattino sull'isola di Lesbo, il Papa. Ad accoglierlo in aeroporto c'era anche il primo ministro greco Alexis Tsipras. E decine di giornalisti, pronti a spargere melassa sull'isola che, dopo Lampedusa, è diventata il nuovo simbolo dell'immigrazione clandestina in Italia. Come da programma, Papa e premier hanno a disposizione una ventina di minuti. Poi Francesco si unisce ai due "fratelli ortodossi", il patriarca di Costantinopoli e suo ormai amico personale Bartolomeo I, con il quale il rapporto si è consolidato negli incontri a Gerusalemme e Istanbul, oltre che in Vaticano, dove il primus inter pares tra i patriarchi ortodossi ogni volta è ospite a Santa Marta, e Hieronimus, l'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia che, dal punto di vista ecclesiale, qui è il padrone di casa. Padre Lombardi ha poi spiegato che nell'incontro a porte chiuse con Tsipras si è parlato quasi esclusivamente di migranti, e che si è concordato come il fenomeno dell'immigrazione sia "un problema europeo". Il Papa ha espresso il desiderio di riportare con sé, in Vaticano, tre famiglie, dodici migranti in condizioni più vulnerabili. Lo ha reso noto l'organismo greco di coordinamento della politica migratoria. E al momento della partenza dall'isola, intorno alle 15, sull'Airbus papale erano imbarcati 12 migranti musulmani, 6 dei quali minorenni.

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