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Bye bye Ahmadinejad, in Iranvince il moderato Rohani

Sostenuto dagli ex presidenti Khatami e Rafsanjani, ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali. Ha promesso una maggior apertura al dialogo con l'occidente

Matteo Legnani
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Hassan Rohani è il nuovo presidente della Repubblica islamica dell'Iran. E' stato eletto oggi al primo turno delle elezioni presidenziali con il 50,7% dei voti. Rohani, che succederà a Mahmoud Ahmadinejad, è nato a Sorkheh il 12 novembre del 1948, da una famiglia di oppositori dell'allora scià di Persia, Reza Pahlavi. E' un religioso sciita e un giurista. Politicamente, è di tendenza moderato-riformista e fa parte, dal 1987, del movimento della Società dei Chierici militanti. In precedenza, Rohani aveva militato nel Partito islamico repubblicano.  Lo scorso 7 maggio, nella veste di Segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, ha deciso di candidarsi ufficialmente alla presidenza dell'Iran. Sul suo nome si sono coagulati i voti di moderati, riformisti, ma anche di una parte del clero iraniano. Rohani, che alla fine degli anni Settanta durante la rivoluzione contro lo Scià ha ricoperto un ruolo di primo piano, ha ricevuto il pieno sostegno da parte degli ex presidenti Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami. "Sono qui - ha promesso in campagna elettorale - per stabilire un governo di saggezza e speranza, per amore di un Iran islamico, per salvare l'economia, per avere un'interazione costruttiva con il mondo e ristabilire la moralità nella società". Rohani, tra il 2003 e il 2005, ha ricoperto l'incarico di capo negoziatore per il dossier sul nucleare. In Occidente è noto per la sospensione dell'arricchimento dell'uranio a cui si era giunti all'inizio del suo mandato. Pur favorevole al programma nucleare, Rohani è, tuttavia, sostenitore di una politica estera più moderata e maggiormente volta al dialogo con l'Occidente.

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