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Spagna, deragliamento: "Tra le vittime anche un italiano"

Disastro ferroviario di Santiago

La Farnesina conferma: "Tra le vittime un connazionale". Era sul convoglio per una casualità. Arrestato il macchinista. Il dibattito: tragedia evitabile?

Eleonora Tesconi
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Francisco José Garzon Amo, il macchinista dell'Alvia 151 deragliato mercoledì 24 luglio a Santiago di Compostela, rischia fino a 312 anni di carcere. Lo "Schettino di Spagna" è ora ufficialmente in arresto: con ogni probabilità è stata l'eccessiva velocità la causa del disastro ferroviario in cui sono rimaste uccise 78 persone, 180 i feriti di cui 36 gravissimi. Tra le vittime c'è anche un italiano. La conferma arriva dalla Farnesina: si tratta di Dario Lombardo, un giovane messinese di 25 anni. La sua presenza sul covoglio deragliato era stata accertata dai familiari e da un'amica. "Aveva perso l'aereo" - Il nostro connazionale morto nell'incidente era di Forza D'Agrò, e stava raggiungendo Santiago de Compostela dove lo aspettavano gli amici. A rendere ancor più tragica la sua morte una circostanza, una casualità riferita dal sindaco del suo paese, Fabio Di Cara, che spiega: "Si trovava sul treno perché a Madrid aveva perso la coincidenza aerea. Invece di aspettare diverse ore un nuovo volo, ha preferito proseguire in treno". Del ragazzo, che frequentava l'università di Catania, si sono perse le tracce dalle 20.42 di mercoledì sera, quando è avvenuta la tragedia. I genitori di Lombardo già giovedì sera avevano raggiunto Santiago di Compostela. L'accusa - Garzon per ora risulta indagato: il macchinista guidava a folle velocità, a 190km/h rispetto agli 80 consentiti. Una folle velocità che emerge con lampante chiarezza dal video delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso il deragliamento. Secondo quanto si è appreso dai rilievi effettuati dai tecnici, il sistema di allarme, che ha il compito di segnalare l'eccessiva velocità, funzionava correttamente: Garzon sapeva di viaggiara a ritmi folli, che con tutta probabilità hanno determinato l'ecatombe. Come detto, secondo le prime valutazioni legali, il macchinista rischia da un minimo di 12 a un massimo teorico di 312 anni di carcere. L'articolo 142 del codice penale spagnolo, per il reato di negligenza (con conseguenze mortali) prevede una pena da uno a quattro anni di carcere per ogni vittima. Ai familiari dei feriti e delle vittime potrebbe arrivare un risarcimento di 150mila euro. In Spagna, per la tragedia, oggi venerdì 26 luglio era il primo dei tre giorni di lutto nazionale, Il dibattito - Francisco Jose Garzon è un veterano delle ferrovie spagnole, da dieci anni alla guida dei treni. Figlio di un ferroviere, il macchinista è nato 52 anni fa a Monforte de Lemos in Galizia e lavora da circa 30 anni per la società ferroviaria Renfe e guida treni dal 2000. Nel frattempo, in Spagna, il dibattito è aperto: la tragedia si poteva evitare? Il profilo Facebook di Garzon, infatti, faceva emergere tratti inquietanti della sua personalità: aveva pubblicato fotografie del tachimetro della locomotiva in cui si vantava dell'eccessiva velocità. "Che divertimento sarebbe passare davanti alla polizia e far scattare l'autovelox, una bella multa per la Renfe", scriveva il macchinista. Oggi si contano i morti: 72 sono stati identificati, 6 ancora no. di Eleonora Tesconi    

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