Egitto nel caos, centinaia di morti Stato di emergenza per un mese
Il Cairo, 14 ago. (Adnkronos/Ign) - Centinaia di morti e migliaia di feriti nelle piazze di ad al-Nahda e a Rabaa Al-Adawiya. E' il tragico bilancio, non ancora chiaro perché le cifre cambiano da fonte a fonte, delle operazioni di sgombero al Cairo da parte delle forze dell'ordine dei sit in dei sostenitori del deposto presidente Morsi (FOTO). Un vero e proprio massacro che ha portato alle dimissioni del vice presidente egiziano ad interim Mohammed El Baradei. Il premio Nobel per la Pace aveva manifestato nei giorni scorsi la sua contrarietà ai piani annunciati dal governo di usare "tutti i mezzi a sua disposizione" per smantellare i sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi. Non solo El Baradei, ma anche i vice premier egiziani Hossam Eissa e Ziad Bahaa El-Din hanno presentato le loro dimissioni in segno di protesta. E' stato arrestato l'ex segretario generale del Partito di Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, Mohammed al-Beltagy. Portato via in manette anche il predicatore islamico Safwat Hegazi. Il governo egiziano ha dichiarato lo stato di emergenza per almeno un mese a partire da oggi pomeriggio. Imposto anche il coprifuoco in tutto il Paese che entrerà in vigore alle 19 ora locale e durerà fino alle 6 del mattino. Il provvedimento riguarderà tutti i governatorati egiziani, compreso Il Cairo, Giza e Alessandria. Dalla Casa Bianca il portavoce Josh Earnest annuncia che gli Stati Uniti "si oppongono fermamente alla dichiarazione dello Stato di emergenza" in Egitto. "La violenza a cui abbiamo assistito va nella direzione sbagliata - ha aggiunto -, è arrivato il momento che il governo egiziano vada nella direzione del rispetto dei diritti umani". Il segretario di Stato americano John Kerry ha "deplorato" la violenza in Egitto, affermando che rappresenta "un duro colpo alla riconciliazione". Oltre trecento le vittime delle forze della sicurezza egiziana che all'alba di oggi hanno avviato operazioni di sgombero dei due principali sit-in a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi al Cairo. Lo denuncia l'ex segretario generale del Partito di Libertà e Giustizia Mohamed al-Beltagi. "I proiettili stanno volando sulle nostre teste - ha detto ai manifestanti -. Oltre 300 persone sono state uccise". Le operazioni per lo sgombero dei tre principali sit-in al Cairo sono costate la vita ad almeno 49 persone, mentre circa 423 sono rimaste ferite. Almeno un centinaio di persone sono state uccise e circa mille ferite in scontri in altri governatorati egiziani. Quattro agenti di polizia sono stati invece uccisi a colpi d'arma da fuoco dai sostenitori di Morsi. Su Twitter la Fratellanza aveva parlato di più di 2000 feriti. Secondo quanto riportato, il numero delle vittime "aumenta ogni minuto" a causa della "brutalità dell'esercito golpista". Il portavoce della Fratellanza ha quindi denunciato la presenza di "cecchini che sparano contro i dimostranti nel mezzo di piazza Rabaa al-Adawiya", al Cairo, e che "le ambulanze non possono accedervi per soccorrere i feriti". Tra i morti, che per la tv satellitare 'al Jazeera' dovrebbero essere circa 300, ci sono anche una giornalista di un quotidiano degli Emirati, Habiba Ahmed Abd Elaziz, e un cameraman di Skynews, Mick Deane, per il quale ha espresso il cordoglio il premier britannico, David Cameron. Mentre per Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia), in base a quanto appreso da fonti mediche egiziane,i morti sarebbero più di 50 e circa 600 i feriti. Alla guerra delle cifre partecipa anche il ministero della Salute, che parla di 149 morti e 1403 feriti. Il ministero degli Interni egiziano ha annunciato, inoltre, l'arresto di 543 persone, accusate di essere coinvolte negli scontri e nelle rivolte al Cairo e in altri governatorati dell'Egitto. In una nota aggiungono che sarebbero state in possesso di "armi automatiche e munizioni". Cifre a parte, i Fratelli Musulmani hanno fatto appello ai propri sostenitori a scendere in piazza per fermare il "massacro" perpretrato dall'esercito. Nel riferirlo, 'al-Arabiya' ha annunciato che gli attivisti della Fratellanza hanno dato vita a una marcia dalla moschea Salam a piazza Rabaa. La tv araba ha riferito, inoltre, che piazza al-Nahda, dove era stato organizzato l'altro sit-in pro Morsi, è sotto il "completo controllo" degli agenti. Il ministro egiziano degli Interni, Mohammed Ibrahim, ha dichiarato che 43 poliziotti sono stati uccisi nelle violenze e che le autorità non permetteranno più sit-in contro la deposizione dell'ex presidente Mohammed Morsi. Ma se i Fratelli Musulmani parlano di esercito,le autorità egiziane ad interim ne hanno smentito il coinvolgimento. Fonti hanno sostenuto che "l'incarico di disperdere i manifestanti è stato affidato solo ed esclusivamente alle forze di polizia", affermando che "l'Esercito non ha partecipato gli scontri" durante le operazioni di sgombero, ma comunque "approva" l'intervento del ministero dell'Interno. Le forze armate - hanno sottolineato le fonti - stanno garantendo la sicurezza di siti vitali e sede di ambasciate nel perimetro dei raduni". Le forze di sicurezza egiziane hanno fatto sapere di aver rinvenuto armi e munizioni nel corso delle operazioni per disperdere i sit-in e arrestato anche vari leader dei Fratelli Musulmani tra cui l'ex segretario generale del braccio politico della Fratellanza, Mohammed al-Beltagy. L'operazione di sgombero dei raduni dei sostenitori di Morsi, comunica il consiglio dei ministri del Cairo, "è stata un atto dovuto per contrastare atti di vandalismo". Una condanna per l'uso della forza da parte degli agenti egiziani nel disperdere i sit-in pro Morsi è stata espressa anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che ha detto che "la violenza da qualunque parte provenga non è la risposta alle sfide che aspettano l'Egitto". Militanti dei Fratelli Musulmani hanno sferrato un attacco contro la Biblioteca di Alessandria. Lo rende noto la televisione di Stato. In seguito ai disordini, l'ambasciata Usa al Cairo chiuderà al pubblico, come comunica una nota diffusa in mattinata nella quale si spiega che decisione è stata presa "a causa della situazione di incertezza legata agli eventi nelle piazze al-Nahda e Rabaa al-Adawiya".