Condannato a 35 anni

Bradley Manning, la talpa di Wikileaks si confessa: "Mi sento una donna e voglio essere chiamata Chelsea"

Eleonora Tesconi

"Mi sento una donna e voglio chiamarmi Chelsea", con queste parole Bradley Manning, l'ormai ex soldato Usa condannato ieri, mercoledì 21 agosto, a 35 anni di carcere per essere stata la talpa di Wikileaks, ha confessato di voler essere una donna e di voler vivere come tale, rinunciando al suo nome di battesimo. "Voglio essere sottoposto a una terapia di ormoni il prima possibile. Mi auguro che appoggerete la mia transizione. Chiedo che a partire da oggi mi chiamiate con il mio nome femminile, Chelsea", ha dichiarato Manning a Today Show di Nbc, che ha diffuso il comunicato. L'appello al presidente - Il suo avvocato, David Coombs, ha anche annunciato che il suo assistito chiederà la grazia al presidente a stelle e strisce, Barack Obama. Nel lungo scritto per sollecitare un gesto di clemenza dalla Casa Bianca, l'ex soldato spiega il suo percorso personale, sottolineando di aver "inizialmente aderito ai metodi" utilizzati contro un nemico che non sceglieva i tradizionali campi di battaglia e di essersi "arruolato volontario per aiutare a difendere il paese". Ma la missione in Iraq ha cambiato il suo modo di vedere: "Leggendo rapporti segreti militari ho cominciato a pormi domande sulla moralità di quello che stavamo facendo". "Ogni volta che abbiamo ucciso civili innocenti, invece di accettare la responsabilità per la nostra condotta, abbiamo deciso di nasconderci dietro il velo della sicurezza nazionale e delle informazioni segrete per evitare qualsiasi responsabilità pubblica", accusa la talpa, riconoscendo di aver "violato la legge", ma senza l'intenzione di danneggiare nessuno, solo con l'idea di "aiutare la gente". In caso la grazia venisse negata, conclude l'artefice della più grande fuga di notizie della storia, "sarò contento di pagare il prezzo" delle mie azioni, "se questo significa che potremo avere un paese veramente concepito in libertà e fondato sulla convinzione che uomini e donne sono creati uguali".