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Austria, Parlamento mette al bando il burqa: "Vietato girare a volto coperto"

Zaccardi Michele
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Dal 1 ottobre in Austria non si può più indossare il burqa. Da quella data è infatti in vigore la "Legge contro la copertura del volto", AGesVG, promossa dal ministro degli Esteri e leader del Partito popolare austriaco, Österreichische Volkspartei (ÖVP), Sebastian Kurz e approvata l'8 giugno scorso dal Parlamento di Vienna. Il provvedimento è costituzionalmente legittimo in quanto riguarda tutti gli indumenti che coprono integralmente il viso rendendo irriconoscibile la persona, quindi anche maschere o caschi da moto. Insomma, almeno formalmente, non è una misura discriminatoria nei confronti dei musulmani. La legge ha comunque spaccato l'opinione pubblica che la considera diretta a colpire la comunità islamica, vietando in modo surrettizio il niqab e il burqa, al punto che la stampa lo ha ribattezzato "Burqa Verbot", ossia divieto di burqa. Tutti i luoghi pubblici saranno off-limits e ogni violazione verrà sanzionata con una multa fino a 150 euro. L'approvazione della legge sembra obbedire a logiche politiche, dettate dalla necessità per il governo di inseguire il Partito della Libertà (Fpo), movimento di estrema destra, sul suo stesso terreno, in vista delle elezioni legislative del 15 ottobre. Infatti, per non passare per troppo morbido, il ministro Kurz, d'accordo con il ministro degli Interni, ha fatto distribuire volantini, scritti in quattro lingue (tedesco, inglese, turco e arabo), che illustrano i vari tipi di indumenti messi al bando. E non sorprende che su questi campeggi la figura di una donna con un velo integrale. Contro la legge si è levato un coro di proteste da parte di associazioni umanitarie, movimenti politici di sinistra, comunità islamiche e di molti Paesi arabi, un fronte composito al quale si sono aggiunte azioni di disobbedienza civile di artisti e cultori del multiculturalismo. In centinaia sono scesi in piazza manifestando contro una legge definita liberticida, indossando costumi di carnevale, cestini di vimini e caschi da motociclista anche all'interno degli eleganti caffè viennesi. Per il momento l'insurrezione radical chic non ha scosso il governo che, per non perdere terreno nei confronti dell'estrema destra, sembra intenzionato a mantenere la propria posizione. 

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