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Madrid sbatte la porta in faccia alla Catalogna: "Spagna indivisibile, dialogo inaccettabile"

Matteo Legnani
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Lui, il governatore catalano Carles Puigdemont, continua a dire, come un disco rotto, di voler "dialogare" senza precondizioni. Un po' ripetendo quello che ieri sera aveva annunciato davanti al Parlamento di Barcellona in modo tanto sibillino da spingere il primo ministro Mariano Rajoy a ribattere, non senza un briciolo di sfottò, che "non s'è capito se ha dichiarato l'indipendenza oppure no". Lo stesso Rajoy, oggi, è stato però decisamente più tranchant, riguardo a un possibile dialogo, confronto o come lo si voglia chiamare, con la Catalogna: "Non è possibile accettare, presentata nella forma di dialogo, l'imposizione di punti di vista che è impossibile accettare" ha detto di fronte al Parlamento di Madrid. "Tanto meno - ha proseguito - si può negoziare in merito al complesso della sovranità dell Spagna e all'indivisibilità della nazione spagnola. La Spagna vuole che la Catalogna, con  la sua cultura, la sua lingua e il suo stile di vita rimanga parte di  sé stessa. Insomma, un appello all'unità nazionale, quello del capo del governo: "Abbiamo saputo fare della nostra diversità una forza e vogliamo una Spagna integrata e serena". Il governo spagnolo, nella richiesta che attiva l'articolo 155 della Costituzione, ha dato 5 giorni (fino a lunedì) al presidente catalano Carles Puigdemont, per confermare se ha dichiarato o meno l'indipendenza della Catalogna. Il governo catalano inoltre ha tempo fino a giovedì prossimi per rettificare ed evitare l'applicazione dell'articolo 155. Entrambe le scadenze sono contenute nella richiesta approvata dal consiglio dei ministri e che è stata consegnata alla Generalitat. La fine della seconda scadenza, quella di giovedì, segnerà l'inizio dell'attivazione del controverso articolo 155 che permette al governo spagnolo di adottare qualsiasi misura per impedire che siano danneggiato la sicurezza e gli interessi della Spagna..

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