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Caso Weinstein, davvero nessuno sapeva?

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(AdnKronos) - "Congratulazioni, voi cinque non dovete più fingere di essere attratte da Harvey Weinstein". Era il 2013 quando, nell'annunciare le candidate agli Oscar per la categoria "Migliore attrice non protagonista", il produttore Seth MacFarlane fece una battuta che a risentirla oggi fa venire i brividi. All'epoca non suscitò scalpore e le parole di MacFarlane furono prese come uno scherzo innocente. Oggi però sono in molti a chiedersi se la fama di molestatore di Weinstein fosse già diffusa nel mondo stellato di Hollywood. In quanti sapevano? E perché nessuno ha parlato prima? Lo scandalo sessuale che ha travolto il mogul di Hollywood si allarga di giorno in giorno, arricchendosi di nuovi e inquietanti particolari. Cresce sempre di più il numero di attrici e modelle che puntano il dito contro Weinstein, ammettendo di essere state molestate per anni con la promessa, in cambio, di una carriera brillante sul grande schermo. Lo scandalo sembra essere inarrestabile, si allarga a macchia d'olio ed arriva a coinvolgere non solo le donne, ma anche molti uomini di Hollywood. Brad Pitt sapeva, ad esempio. Aveva 22 anni quando la sua fidanzata Gwyneth Paltrow gli confidò di aver subito molestie da Weinstein. Sebbene l'attore affrontò il produttore faccia a faccia, non arrivò mai a denunciarlo. Anche Seth MacFarlane era indubbiamente a conoscenza dell'atteggiamento di Weinstein nei confronti di molte giovani attrici. Quella famosa battuta del 2013, spiega la Bbc, la fece dopo che Jessica Barth, attrice in un suo film, gli parlò delle molestie subite due anni prima. Anche da lui però, nessuna denuncia. L'attrice Lea Seydoux, una delle ultime a raccontare la sua esperienza con Weinstein, ha detto di aver visto più volte il produttore "colpire" altre ragazze, cercando di convincerle a dormire con lui. E come lei, "tutti potevano vedere quello che stava facendo - ha detto la Seydoux -Questa è la cosa più disgustosa: tutti sapevano cosa era Harvey e nessuno ha mai fatto niente". Secondo il New York Times, il comportamento di Weinstein era sotto gli occhi di molti, ma solo quando il quotidiano statunitense ha lanciato la bomba, diversi dei suoi ex o attuali collaboratori hanno ammesso di sapere. "Non era un segreto tra di noi" ha detto Kathy DeClesis, assistente del fratello di Weinstein. Uno dei particolari più agghiaccianti emersi in questi giorni è quello che vede molti collaboratori del produttore come suoi complici: alcuni erano soliti organizzare incontri con giovani donne; le accompagnavano nella camera d'albergo e poi scomparivano per lasciarle sole con lui. Tutte persone che avrebbero potuto denunciare, ma Weinstein era troppo potente e il rischio che si poteva correre parlando, era troppo grande. "L'equilibrio del potere tra me e Weinstein era 10 a 0 per lui", ha detto Lauren O'Connor, un'altra collaboratrice del mogul. Sono tante poi le celebrità che sostengono di non aver mai saputo nulla, ma ammettono che la reputazione di Weinstein è sempre stata piuttosto squallida. "Il comportamento di Weinstein era un 'segreto aperto'", ha detto alla Bbc il produttore britannico Alison Owen. "Tutti hanno sentito le storie di Harvey. Impossibile che chi lavora nell'industria cinematografia non abbia mai saputo nulla". Talmente squallido era il livello delle chiacchiere che ruotavano attorno a Weinstein, che Owen aveva deciso di non permettere più alle sue attrici di incontrarlo da sole. "Se fossi stata io la vittima - ha riposto Owen alla Bbc - non sarei andato dalla polizia: non mi avrebbero preso sul serio. Non avrei nemmeno chiamato un giornalista: Harvey ha nelle sue mani tutto il mondo dei media e nessuno avrebbe mai voluto dargli contro". E in effetti una domanda sorge spontanea: perché i media non hanno sollevato il polverone in precedenza? Alcuni giornalisti hanno detto di averci provato, ma si sono scontrati con la difficoltà di riuscire a convincere gli accusatori di Weinstein ad andare avanti e a non lasciarsi intimorire dalla sua potenza. La paura era sempre stata la stessa: Weinstein teneva in pugno la carriera delle vittime, denunciarlo sarebbe stato troppo rischioso. "Per anni i giornalisti che hanno cercato di raccontare la loro esperienza con Harvey Weinstein si sono imbattuti contro questa sensazione di terrore e l'enorme potere del produttore è stato sfruttato contro di loro". Per tanto tempo, quindi, le persone che sapevano hanno potuto solo sussurrare o, come ha fatto MacFarlane, parlare sotto forma di battute che, in quanto tali, non sembravano nascondere la verità.

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